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La Commissione
Lucca, 21 gennaio 2015 - «Regolamentare le sagre? No, grazie. Di normative ne abbiamo già abbastanza». E’ perentorio il pensiero dei rappresentanti delle ultime quattro storiche manifestazioni rimaste sul territorio comunale, durante i lavori della Commissione consiliare Sviluppo Economico, dopo che analogo invito avevano ricevuto tempo addietro i rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti. Le associazioni di categoria da sempre richiedono più controlli verso le sagre, viste come una concorrenza per certi versi sleale, ma si sono dichiarati disponibili a provare a trovare una sintesi. Una sintesi tutt’altro che facile però. Sono Aquilea, Antraccoli, Mutigliano e S.Maria del Giudice, le sagre paesane che da decenni riuniscono ogni estate migliaia di persone e a ricavare denaro da destinare a iniziative a favore delle rispettive comunità. I rappresentanti non sono disponibili dunque a regolamentazioni ulteriori, oltre ai già numerosi obblighi cui debbono sottostare. Via libera a un calendario unico degli eventi, ma no secco sul numero dei giorni di sagra e sui menù. «Lavoriamo per il sociale – hanno ricordato all’unisono i rappresentanti delle sagre – e quanto rimane viene investito in opere per i nostri paesi, molto spesso ai margini del territorio comunale. Oltretutto suppliamo a carenze degli enti pubblici e svolgiamo un chiaro ruolo a favore delle nostre comunità. I nostri paesi vivono la sagra come l’evento dell’anno dove tutti si danno da fare volontariamente e i controlli non sono certo pochi. Anzi: abbiamo anche la commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli a differenza dei ristoranti». «Mettiamo a tavola oltre 20mila persone – ha rincarato la dose il rappresentante di Aquilea – numeri che i ristoranti si sognano e per questo chiedono limitazioni per noi. E poi perché un regolamento solo per noi e non per altre somministrazioni temporanee come per i Comics, senza dimenticare che regole ferree a Lucca ci penalizzerebbero rispetto alla sagre dei comuni limitrofi». L’idea, confermata dall’assessore Giovanni Lemucchi, è che un regolamento, in un paese come l’Italia che di regolamenti trabocca, non troverà spazio. Semmai si ragiona di un protocollo d’intesa tra ristoratori e sagre per siglare un armistizio, nella consapevolezza che le sagre, sia pure nel rispetto della legge, sono risorsa per il territorio. Come ha sottolineato lo stesso assessore e Marco Martinelli di Forza Italia. «Le manifestazioni – ha aggiunto Martinelli – possono avere anche un riflesso turistico, sarebbe però fondamentale valorizzare i prodotti del territorio e non altro e pubblicizzare il calendario delle sagre da parte del Comune: sarà in grado?».