Roma, 7 ottobre 2024 – La sua storia di libertà riconquistata avrebbe voluto raccontarla senza quell’ultimo schizzo di fango che le è rimasto appiccicato addosso, e le pesa come un macigno: aver calunniato Patrick Lumumba, indicandolo come l’assassino ed essere stata nella casa del delitto mentre Meredith Kercher veniva stuprata e uccisa. Ma Amanda Knox ha deciso di scrivere, ancora, la storia dell’"infamia internazionale" in cui venne catapultata mentre sarebbe dovuta essere una "nota a piè di pagina" e, soprattutto quella della sua rinascita negli Usa, nonostante le catene del giudizio la tenevano ancora inchiodata al passato. Free è il libro che uscirà il 25 marzo del 2025: una sorta di atto secondo della vicenda nera che la volle in carcere per quattro anni per l’omicidio della coinquilina inglese Mez uccisa a Perugia nel 2007, prima di essere assolta insieme a Raffaele Sollecito dopo un complesso iter giudiziario.
L’unico colpevole è Rudy Guede ma nessuno ha mai sciolto il rebus di un delitto commesso ‘in concorso’ con altri. Ad Amanda invece è rimasta la condanna per calunnia nei confronti dell’allora titolare del bar in cui la giovane studentessa americana lavorava come cameriera: un’accusa che nemmeno un processo sull’asse Corte Europea - Cassazione - Corte d’appello di Firenze, ha saputo, almeno per il momento, cancellare.
L’annuncio del nuovo libro della Knox, già autrice di Waiting to be Heard, pubblicato subito dopo l’assoluzione, è stato dato dalla stessa Amanda sui suoi canali social. Free affronterà ancora l’esperienza drammatica della detenzione, ma anche il difficile processo di reintegrazione, perché l’accusa di essere un’assassina è una macchia indelebile e, anche se "ero tecnicamente libera, io non mi sentivo tale". C’è una parte inedita: il ritorno in Italia per partecipare al Festival della giustizia a Modena nel 2019, e il rapporto con l’uomo che l’ha mandò in prigione e chiese la condanna all’ergastolo. Il riferimento è all’ex pm Giuliano Mignini, ora in pensione, con il quale Amanda si è incontrata l’anno scorso. A parlare di quel legame era stato lo stesso magistrato nel suo libro, e in un’intervista con La Nazione, quando aveva rivelato di aver visto la Knox. "La donna che ho incontrato ora è una signora di 35 anni, che non ha niente a che fare con la ragazza di allora. È stato commovente", rivelò il magistrato. "Sì, ci siamo abbracciati e credo avesse bisogno di parlare con l’uomo che l’ha ritenuta colpevole, di resettare quel dolore. Oggi la conosco e mi fido di lei".
Di diverso avviso l’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia di Kercher: "Questo processo che sembra non finire mai, ancora di più non finisce per Amanda Knox che continua a commentare, scrivendo l’ennesimo libro e così dimostrando, ancora una volta, che questo processo sia stato per lei un grande affare. L’ultima sentenza della Corte d’appello di Firenze conferma la condanna per calunnia e la sua presenza nella casa del delitto. La Knox dovrebbe pensare piuttosto a spiegare al mondo che cosa veramente è successo quella notte quando Meredith veniva uccisa".