Sabato 14 Settembre 2024
GIOVANNI SERAFINI
Cronaca

Le ragioni della Francia. Parigi ci ha messo i soldi. E i giudici italiani lo sanno

La Corte dei conti francese solleva dubbi sullo statuto giuridico della scalinata di Trinità dei Monti a Roma, sostenendo che potrebbe appartenere alla Francia. Autorità italiane respingono l'ipotesi, citando accordi con la Santa Sede. La questione riguarda la gestione e la proprietà del monumento, finanziato da un diplomatico francese nel 1600.

Le ragioni della Francia. Parigi ci ha messo i soldi. E i giudici italiani lo sanno

La Corte dei conti francese solleva dubbi sullo statuto giuridico della scalinata di Trinità dei Monti a Roma, sostenendo che potrebbe appartenere alla Francia. Autorità italiane respingono l'ipotesi, citando accordi con la Santa Sede. La questione riguarda la gestione e la proprietà del monumento, finanziato da un diplomatico francese nel 1600.

"La conferma del loro statuto giuridico è necessaria": otto parole che sembrano una dichiarazione di guerra. Lo "statuto giuridico" da chiarire è quello di Trinità dei Monti, in particolare della celeberrima scalinata che tutti i turisti conoscono. Secondo i giudici della Corte dei conti francese il monumento appartiene alla Francia, che al limite potrebbe chiederne la restituzione. Secondo le autorità italiane si tratta invece di un’assurdità, visto che fin dall’800 esistono accordi sull’assegnazione alla Santa Sede del complesso, gestito, curato e restaurato da Roma e dall’Italia.

Quali sono le ragioni addotte dai nostri cugini transalpini? La scalinata, ricordano, venne commissionata dal cardinale Pierre Guérin de Tencin e finanziata con i soldi di un diplomatico francese, Etienne Gueffier, accreditato all’ambasciata di Francia presso la Santa Sede. Poco prima di morire nel 1660, a 87 anni, Gueffier lasciò un testamento in cui destinava 20 mila scudi alla costruzione di una scala alle pendici della chiesa di Trinità dei Monti. L’opera venne realizzata fra il 1723 e il 1725 per volontà di Clemente XI, su progetto dell’architetto romano Francesco de Sanctis, e fu affidata ai Pieux Etablissement, istituzione nata in epoca carolingia da numerosi lasciti. Nel 1790 papa Pio VI decise di assegnare all’istituzione altri edifici religiosi, fra cui 5 chiese.

Oggi i Pieux Etablissement sono proprietari di 180 beni immobiliari nel pieno centro di Roma (per un valore di 300 milioni di euro), posti direttamente sotto l’autorità dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede. È proprio a conclusione di un’inchiesta della Corte dei conti francese sulla "deplorevole" gestione dei Pieux Etablissement che è scoppiato il bubbone. Nel rapporto, 107 pagine, si legge: "La scalinata di Trinità dei Monti illustra la complessità di una situazione che merita di essere chiarita. Costruita con fondi francesi, è stata mantenuta per decenni dalle Opere Pie, ma anche con contributi del Comune di Roma e di mecenati. Bisogna chiarire le responsabilità in termini di manutenzione e restauro, anche perché non esiste un libro che descriva i beni, la natura e i titoli di proprietà, il loro valore approssimativo, la loro destinazione d’uso, i nomi dei proprietari".

Pagata dalla Francia, Trinità dei Monti è da considerare proprietà francese? Sì, rispondono i magistrati transalpini. I quali ricordano che il 25 novembre 2016 la Corte di Cassazione italiana emise una sentenza secondo cui quei beni, "appartenendo alla Francia, non devono essere tassati in Italia".