Lunedì 9 Settembre 2024
LINDA MEONI
Cronaca

Le lanciò nella pallavolo . Al fianco dell’ex allenatrice: "Con lei nei giorni più duri"

Meri Malucchi, ex campionessa di pallavolo, affronta un tumore inoperabile con coraggio e determinazione. Dalla malattia nasce l'idea di "Meri Team - Alziamo il muro" per sostenere chi combatte contro la sofferenza. Nonostante le sfide, Meri continua a dedicarsi all'Academy e ai giovani atleti.

Le lanciò nella pallavolo . Al fianco dell’ex allenatrice: "Con lei nei giorni più duri"

Meri Malucchi, 57 anni, assieme alla campionessa olimpionica Carlotta Cambi (alla sua sinistra)

C’era il sole quel giorno, a Pianosa. Poi d’improvviso il corto circuito, il buio. La corsa in elicottero all’ospedale, una pioggia d’esami a capire il perché di quel blackout, l’uscita dalla Tac, il verdetto: tumore. Inoperabile. Dal 29 maggio a sabato scorso è stato un viaggio continuo tra l’ospedale di Livorno e il Centro di riabilitazione Turati sulla montagna Pistoiese, nel tentativo di riprendersi la vita. Di tornare la Meri che si aggrappa alla vita. Quella che "io non perdo mai, o vinco o imparo". E tra ospedale e centro di riablitazione è stata una processione continua di volti famosi e non del volley per passare qualche ora con Meri Malucchi, pistoiese, 57 anni: il suo nome nel mondo della pallavolo non si scorda. E nessuno ha dimenticato il suo sorriso, i suoi consigli: molte ragazze sono diventate un nome in questo sport grazie alla sua guida, e sono accorse a ringraziarla, ora che Meri guida la Volley Academy Toscana.

Racconta la sua storia iniziando dalla fine, sabato 7 settembre: "Ricchissimo di emozioni. Sono tornata alla mia vita in un solo giorno: prima sul parquet, a vedere due partite delle nostre ragazze, poi a casa. Non ci rimettevo piede dal 28 maggio. Ho preso atto dell’inizio di una nuova avventura. ‘Esperienza’ la chiamo. E così la vivo. È un viaggio interiore importante. Ho accumulato tanto di quel materiale emotivo, umano e spirituale da poterci scrivere tre libri. E lo farò, ho già iniziato. È stato sorprendente vedere il cordone di affetto intorno a me. Le interminabili visite al Turati. E non semplici cartellini timbrati ma abbracci sinceri. Com’è stato con Carlotta Cambi, reduce dalle Olimpiadi di Parigi. Mi ha appeso la medaglia d’oro al collo con una tale spontaneità che mi ha emozionata. La vita è bellissima, no? Nessuno si è dimenticato di me".

Essere forti non vuol dire sottovalutare il dolore: "Non mi piango addosso. Non voglio essere ‘povera’ per nessuno. Io sono ricca, la vita è ricca e la amo sempre, qualsiasi sia la sfida. Ho perso il lato sinistro del corpo, nessuno mi ha garantito che tornerà. Sono come rinata. Devo riorganizzare tutto. Tornerò a riconoscermi nello specchio, tornerò a essere Meri. Poi ho lanciato un’operazione, ‘Meri Team – Alziamo il muro’. Contro la sofferenza, contro la malattia, contro la solitudine: abbiamo registrato il marchio, sono nate le t-shirt. Il caso mi ha portato alla Neurochirurgia di Livorno prima, al Turati poi, ma senza questa esperienza mai avrei conosciuto l’eccellenza di nessuno dei due. Vorrei che con ‘Meri Team’ potessimo trovare fondi da destinare a queste realtà. Per la comunità, per chi verrà dopo di me. Vorrei coinvolgere la Lega Pallavolo: oggi è toccato a Meri, a Pistoia, poi a Giovanna, in qualsiasi altra città". Ora la realtà di Meri è l’Academy, nonostante tutto: "Mi hanno dato carta bianca e dopo la malattia hanno continuato a scommettere su di me. Un cavallo zoppo. Investirò sui giovani. Non mi fermo".