ROMA - David Lazzari, Presidente del Cnop, Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi, la vostra categoria ha protestato davanti alla sotto la Camera dei Deputati. Perché?
"Dopo nove mesi di emergenza per la salute psicologica non è stato fatto nulla, tanta parole ma fatti zero. Noi abbiamo fatto tante proposte, concrete e fattibili, ma nessuno ci ha ascoltato. Il nostro è un gesto simbolico, di denuncia, sottolineato dall'indossare un bavaglio che vuol mostrare come oggi le esigenze di salute psicologica della popolazione non hanno voce in capitolo. Per questo lo slogan della manifestazione è stato 'Dare voce alla salute psicologica'. Tutta la categoria è unita e compatta su questo".
Quali obiettivi avete con questa mobilitazione contro il governo?
"Questo non è un gesto 'contro', è un gesto 'per': per sollecitare governo, Parlamento e Regioni a dare ascolto alle esigenze di salute psicologica della popolazione. Chiediamo di imparare da quello che è successo. Gli psicologi si sentono impotenti perché non vengono messi nelle condizioni di poter aiutare una popolazione che sta passando dal disagio a situazioni di dolore psicologico, di angoscia e depressione. Non possiamo fare prevenzione, non possiamo attivare programmi per lo sviluppo delle risorse adattive e della resilienza, non possiamo attivare interventi mirati di sostegno, neanche agli operatori sanitari, ai sopravvissuti dalle terapie intensive, alle decine di migliaia di malati a casa, che hanno spesso più problemi psicologici che sintomi Covid, ai bambini o ragazzi con problemi, alle persone fragili. Perché tutto questo richiede politiche ed iniziative pubbliche, dello Stato e delle Regioni".
Rischiamo una lunga coda di problemi psicologici nella popolazione quando la pandemia sarà passata?
"Purtroppo sì. Già adesso registriamo un peggioramento complessivo dello stato di salute psicologica e la situazione attuale non svanirà in un batter d'occhio con il vaccino. Ci sarà uno strascico di problemi molto seri. Per questo dobbiamo muoverci adesso per organizzare la rete di supporto psicologico contro il disagio crescente. L'Italia è il Paese che non sa prevenire o intervenire tempestivamente per impedire che i problemi si aggravino. Esistono strategie collettive e tempestive in grado di dare risposte efficaci ad ampie fasce della popolazione. Il passaggio dal disagio al dolore psicologico non è ineluttabile né ingestibile: si può e si deve impedire”.
Il Presidente Conte ha sottolineato come ci sia anche una crisi psicologica oltre che sanitaria, economica e sociale. Dunque il problema sembra ben presente agli occhi del Premier.
"Il presidente Conte rileva la gravità della crisi psicologica del Paese, ma poi l'esecutivo non fa nulla per garantire il necessario supporto ai cittadini e agli operatori sanitari che stanno subendo un fortissimo stress. In questi, mesi si registrano zero fatti, zero investimenti, zero iniziative per garantire il sostegno psicologico. Nel Servizio sanitario nazionale gli psicologi sono veramente pochi. Ormai il disagio psicologico delle persone si cura solo se l'interessato se lo può permettere in ambito privato. Il dolore psicologico in Italia è una malattia per ricchi".