Giovedì 1 Agosto 2024

Ora gli agricoltori del Lazio possono sparare ai cinghiali, bastano porto d’armi e un corso

La svolta della Regione, il governatore Rocca: “Rispondiamo alla richieste che i coltivatori fanno da anni”. Coldiretti: “Delibera strategica, possiamo ripristinare l’equilibrio”

Ora gli agricoltori del Lazio possono abbattere i cinghiali (foto Dire)

Ora gli agricoltori del Lazio possono abbattere i cinghiali (foto Dire)

Roma, 11 luglio 2024 – Servirà il porto d’armi e un corso di formazione. Poi gli agricoltori del Lazio potranno abbattere i cinghiali che invadono i loro campi. Lo prevede il piano regionale aggiornato per il contenimento della fauna selvatica, che raccoglie le richieste del settore. Il presidente della Regione Francesco Rocca, e l'assessore all'Agricoltura Giancarlo Righini hanno approvato la nuova delibera dopo aver incontro i coltivatori Coldiretti in presidio davanti la sede regionale. Gli agricoltori potranno aprire il fuoco “in casi di urgenza”, precisa la misura. 

"E' strategica  per noi –  commenta il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – perché rimette il mondo agricolo al centro e soprattutto ci dà la possibilità di ripristinare l'equilibrio. Noi non abbiamo interesse a sconvolgere nulla, se non quello che venti anni fa ci ha sconvolto la vita. Solo quest'anno sono oltre dodici i milioni di euro i danni subiti dai nostri agricoltori a causa della fauna selvatica".

Caccia e controlli 

La Regione ha dato mandato alle “Direzioni competenti” di aggiornare le “Linee di indirizzo del Piano regionale su interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina africana”.   La giunta, oltre ad acquisire l'aggiornamento del Piano straordinario regionale per le aree non infette e limitatamente alla specie cinghiale, riconosce l'importante ruolo delle aziende del settore agricolo e delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, “attivando le misure volte a favorire un loro maggiore coinvolgimento, sia nel momento della segnalazione sia direttamente nella fase di attuazione del Piano regionale degli interventi urgenti”.

Fatte salve le aree naturali protette si potrà intervenire sia con il “prelievo venatorio” (la caccia) sia con gli “interventi di controllo e di contenimento senza restrizioni, insieme con le tecniche innovative”. La Regione Lazio definisce anche le “modalità di valorizzazione della filiera per la commercializzazione delle carni di cinghiale, quale risorsa del territorio”.

"Strumenti di contenimento indispensabili”

“Abbiamo dato quella risposta che i nostri agricoltori attendevano da anni: una maggiore attenzione a chi lavora la terra, a chi porta sulle tavole beni preziosi come i prodotti del nostro territorio”, ha dichiarato il presidente Rocca. L’obiettivo è “ristabilire l'equilibrio biologico dell'ecosistema - ha detto Righini - I danni da fauna selvatica sono oramai incalcolabili e i dati sono allarmanti. Con questo provvedimento ribadiamo, quindi, l'impegno a tutela degli interessi degli agricoltori, dando loro la facoltà di usare gli strumenti di contenimento indispensabili per la salvaguardia delle loro produzioni”.