Giovedì 2 Gennaio 2025
RICCARDO JANNELLO
Cronaca

L’autista del bus precipitato a Mestre (Venezia): l’autopsia esclude il malore, perizia sui freni

L’autista del bus precipitato. L’autopsia esclude il malore. Perizia sui freni del pullman

MESTRE (Venezia)

Le prime indiscrezioni dell’autopsia effettuata a Padova sul corpo di Alberto Rizzotto, il quarantenne trevigiano che guidava il bus dei turisti precipitato dal cavalcavia Vempa la sera del 3 ottobre sul quale sono morti 20 cittadini stranieri, sembrerebbero escludere il malore del conducente. Il suo cuore infatti risulterebbe sano a un esame macroscopico e tra l’altro anche dirigenti e colleghi hanno sempre sostenuto che Rizzotto superava senza problemi le regolari visite. Ma i medici legali patavini Guido Viel e Roberto Rondolini vogliono vederci ancora più chiaro e si sono presi altro tempo per effettuare alcuni esami microscopici ed escludere definitivamente il malfunzionamento del cuore come causa del disastro. Esami ed analisi di tipo istologico che saranno effettuati la prossima settimana assieme a quelli tossicologici: si vuole capire se Rizzotto abbia o meno ingerito alcol, farmaci o droghe quello sciagurato giorno. I tempi dell’autopsia quindi si allungano.

Alla Procura di Venezia guidata da Bruno Cherchi – che ha affidato il fascicolo alla pm Laura Cameli, che ha indagato l’amministratore delegato dell’azienda proprietaria del bus e due tecnici comunali contestando loro gravi reati dall’omicidio stradale a quello colposo plurimo, alle lesioni personali aggravate – i risultati potrebbero giungere fra un mese o poco più. Si fa così spazio ad altre congetture su quella tragedia per la quale oltre alle 21 vittime ci sono ancora sei persone ricoverate in condizioni critiche nei reparti di terapia intensiva degli ospedali veneti. E si punta sul guasto ai freni del mezzo di 13 tonnellate che ha sfondato il vetusto parapetto proprio nel punto in cui il guardrail per due metri non c’è.

Nessuno ha visto in strada e nei video del sistema di controllo del traffico la luce dei freni accesa e sull’asfalto non c’è alcun segno di frenata: il bus ha strisciato con la fiancata destra il guardrail (i punti di contatto sono 27) e poi è precipitato travolgendo la balaustra. Se il mezzo era o no guasto lo diranno le perizie sulla scatola nera che devono essere ancora conferite (l’udienza in Procura dovrebbe avvenire nella prossima settimana alla presenza dei legali dei tre indagati e di quelli di parte civile), mentre è fissata al 25 ottobre la prima che riguarda lo stato del cavalcavia e delle sue barriere laterali. A effettuarla il super esperto del ministero delle Infrastrutture e Trasporti Placido Migliorino a cui si deve l’esame delle cause del crollo del Ponte Morandi a Genova. Ci vorranno in questo caso quattro mesi per avere i risultati. Un’inchiesta che la stessa Procura di Venezia ritiene che sarà "lunga ma bene approfondita". Girano anche voci su un’ulteriore ipotesi per la tragedia, ed è agghiacciante: l’atto volontario da parte di Rizzotto per non si capisce quale motivo. Un suicidio valutato però molto improbabile anche se a una domanda deve essere data risposta: come mai il bus anche se avesse avuto i freni rotti non è andato dritto fino alla parte pianeggiante?