Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

L’audio di Saman "Mio padre è capace di tutto"

Processo, ascoltata la voce della 18enne uccisa. L’assistente sociale in lacrime: "Era come una figlia".

L’audio di Saman "Mio padre è capace di tutto"

La voce di Saman è risuonata per la prima volta, tra le lacrime dell’amica educatrice della comunità di Bologna ("per me era come una figlia") e i messaggi che scorrevano sulla chat mostrata per la prima volta. "Tra pochi giorni io prendo i miei documenti perché adesso ho chiesto a mio papà che voglio comprare un cellulare perché adesso sto usando il cellulare di mia mamma e quindi... e dopo prendo sim... dopo io ti dico tutto...". Nell’aula della Corte d’Assise del tribunale di Reggio Emilia, dove è in corso il processo per l’omicidio di Saman Abbas, il suono delle sue parole è scandito dagli altoparlanti. F.A. è stata sentita ieri con alcune colleghe e assistenti sociali come testimone. È una conversazione piena d’affetto quella tra le due, lei la chiama ’Sammy’, la giovane risponde con dei cuoricini. Poi risponde al messaggio dell’educatrice, che le chiede conferma sul fatto che lei fosse davvero a casa, pensando si trovasse invece altrove con il fidanzato Saqib. È il 12 aprile 2021.

"Ti giuro che non capisco perché sei andata via – la incalza la donna –. Se fossi andata da lui avrei capito, ma dai tuoi genitori no. E Saqib mi cerca sempre e mi chiede di te". La donna le confida di non essersi mai fidata di quel ragazzo, Saqib, di cui Saman era perdutamente innamorata. "Ho sempre pensato che lui mentisse", dice. Il 29 aprile 2021, un giorno prima che la 18enne scomparisse, Saman le scrive che quel giorno l’avrebbe chiamata "per dirle tutto". L’indomani però è la donna a scrivere a Saman, chiedendole se stesse bene. La ragazza scrive di avere la febbre, che non mangiava da quattro giorni perché era arrabbiata con la sua famiglia. Il 30 aprile l’educatrice chiede a Saman se Saqib non leggesse i suoi messaggi su Instagram.

La ragazza risponde: "Non lo so, lui ha spento il mio cellulare, forse lo ha buttato". Ed è allora che le suggerisce di cambiare la password del social: "Io di lui non mi fido, Sammy – scrive – mi dispiace. Sai che ci tengo tanto a te e lui mi ha presa in giro (riferendosi al fatto che le aveva detto di non sapere dove fosse, come spiegato poi dalla stessa in aula, ndr). Io ero preoccupata per te e lui sapeva dove eri". Saman risponde: "Ti voglio dire tutta la verità, ma non so come, perché mia mamma e mio fratello sono sempre in camera mia". L’educatrice la tranquillizza, ma il giorno dopo è il primo maggio. Saman è già morta, non risponderà più. In mattinata, nella stessa aula, al banco dei testimoni si erano sedute le due assistenti sociali che avevano seguito il suo allontanamento dalla famiglia: "Ci disse che il padre era capace di tutto, era molto ricco e molto potente in Pakistan. Maltrattava lei e la madre, era capace di lasciarle fuori di casa al freddo e al caldo. Era un uomo violento".

al. cod.