Enna, 9 novembre 2024 – “Vogliamo che il presidente della Repubblica si metta una mano sul cuore e guardi il caso di mia figlia”. La madre di Larimar Annaloro, trovata morta impiccata a Piazza Armerina si rivolge direttamente al Capo dello Stato. Non crede alla ricostruzione del suicidio. Impossibile, dice. “Era in ginocchio tutta legata, ma una bambina come fa a legarsi fino ai piedi? C'era un doppio nodo al collo, la corda era passata due volte. C'era un doppio nodo all'albero. Come fa una bambina a uccidersi così”. Per la famiglia, è stata uccisa: “Mia figlia, bambina perfetta, promessa italiana della pallavolo. Le hanno tolto la vita perché brillava troppo e noi come famiglia abbiamo paura per le nostre vite”. Un gesto di invidia, una forma di ritorsione: a questo sembra alludere la donna.
La lite a scuola
La mattina del 5 novembre Larimar, da poco arrivata in Sicilia da Milano, si è allontanata da scuola prima della fine delle lezioni. Poco prima aveva litigato, a quanto pare furiosamente, con una compagna. Le due ragazze erano venute alle mani. Erano volati insulti. Così Larimar ha detto ai professori di non sentirsi male e ha chiamato i genitori per farsi venire a prendere. “E’ successa una cosa brutta. Dopo ti dico”, avrebbe detto la ragazza. Ma quando la madre, che si era assentata per delle commissioni, è tornata a casa, l’ha trovata appesa a un albero in giardino.
La pista del video hot
Al momento la procura di Enna ha aperto un fascicolo di inchiesta per istigazione al suicidio. Si indaga per eventuali episodi di bullismo e sul tavolo c’è anche l’ipotesi di un revenge porn. A Piazza Armerina dicono che tra le chat dei ragazzi girasse un video con immagini intime di Larimar. Qualcuno le aveva usate per ricattarla? La ragazza non ha retto il peso della vergogna? Non è andata così secondo la madre. “Ci sono voci che circolano, ma non ci sono prove”. In ogni caso, Larimar non l’avrebbe mai fatto. Non si sarebbe tolta la vita. A sostenerlo anche la sorella maggiore. "Non si vergognava dei miei e sapeva come affrontare le cose”. Si era trasferita a Piazza Armerina con la famiglia da un anno e si era perfettamente integrata, dice. E poi “era bravissima a scuola. Aveva tutti otto. Se fosse stata depressa il suo rendimento sarebbe calato. Non si è ammazzata”.
Il giallo del biglietto al fidanzato
Come si spiega allora il biglietto consegnato al fidanzato di Larimar da un compagno di scuola? “Ti amerò anche nella prossima vita”, c’è scritto, firmato “Lari”, il soprannome della ragazza. Per la sorella su quel pezzo di carta, un angolo strappato di quaderno, non c’è la sua grafia.
L’autopsia
Dopo le dichiarazioni della famiglia qualcosa in procura si è mosso. La salma, subito restituita alla famiglia per i funerali, è stata messa sotto sequestro. Mercoledì sarà effettuata l’autopsia che potrà confermare o meno l’ipotesi suicidiaria, per ora la più scontata. Intanto si aspettano i risultati dei test tossicologici.