Lunedì 23 Dicembre 2024
STEFANO MARCHETTI
Cronaca

L’anno che sta arrivando preso con filosofia: "Scienza e umanità, il vaccino del futuro"

Pievani e la lezione del 2020: "Capire le cause della pandemia per non ripetere gli errori. E investire per combattere altre malattie". Rispetto ai mesi passati e alla grande botta di incertezza "adesso c’è di nuovo una direzione". Le nostre armi? Empatia e intelligenza

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I virus non ci lasciano dall’oggi al domani, e nell’anno che verrà dovremo ancora essere consapevoli e responsabili: "Ma rispetto alla grande botta di incertezza che abbiamo vissuto nel 2020, ora vedo un’enorme differenza, legata al vaccino: adesso c’è una direzione, c’è un processo", fa notare Telmo Pievani, docente di Filosofia delle scienze biologiche all’università di Padova e convinto evoluzionista. Dal buio profondo possiamo intravedere la luce.

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Professore, la guerra al virus è ancora in corso...

"Sì, però è una battaglia in cui la trincea si sposterà sempre più a nostro favore, e speriamo che questo avvenga nel modo più veloce possibile. Già quando il vaccino sarà stato somministrato al 40 o 50% della popolazione si apprezzerà la differenza, e io spero che riusciremo ad arrivarci per l’estate. Così potremo ricominciare finalmente a programmare la vita, viaggi, teatri, mostre, progetti. Ma poi non potremo accontentarci del vaccino...".

In che modo?

"Il vaccino è la soluzione tecnologica, ottenuta velocissimamente, che ci farà uscire dall’emergenza. Tuttavia il grande tema del prossimo anno dovrà essere un altro: dovremo essere saggi per capire che bisogna agire anche sulle cause profonde delle pandemie, in modo da prevenirne altre".

E quali sono?

"Alla base di tutto c’è il rispetto per l’ambiente. Anche grandi antropologi come Jared Diamond ce lo hanno spiegato da tempo: il depauperamento dell’ambiente e lo sfruttamento indiscriminato di risorse hanno un nesso immediato con le pandemie. I virus non stanno in cielo, ma abitano negli animali: mancanza di igiene o devastazione degli habitat possono favorire il salto di specie dei virus dagli animali all’uomo".

Ed è così facile?

"I virus sono campioni dell’evoluzione darwiniana, perché mutano molto velocemente e sono un bersaglio mobile, molto sfuggenti. Abolire i mercati orrendi con animali vivi, interrompere il loro commercio illegale, o fermare la deforestazione possono essere azioni utili a bloccare la diffusione dei virus. Si riuscirà a capirlo?"

Questo anno tragico ci ha insegnato qualcosa?

"Una lezione positiva ci arriva dalla scienza. Soltanto un anno fa, nessuno avrebbe mai pensato di poter sviluppare un qualsiasi vaccino in otto mesi. Se si coordina e si finanzia la ricerca scientifica a livello internazionale, si possono ottenere risultati formidabili: pensi a quali successi si potrebbero raggiungere, investendo analoghe risorse per esempio nell’oncologia".

Ma la politica è all’altezza?

"La politica – e ne parlo in chiave bipartisan, sia chiaro – ha perso la visione, è troppo schiacciata sul presente, sulla valutazione dei sondaggi e sul consenso giorno per giorno, mentre le grandi questioni, come la pandemia o i cambiamenti climatici, richiedono lungimiranza. Lo si nota anche nelle prime bozze sul Recovery fund: c’è il desiderio di accontentare tutti e di coprire danni, ma poca visione di futuro, quando invece non ci dovrebbe essere alcun dubbio su come investire queste risorse, ambiente, green economy, ricerca, innovazione. D’altro canto, a mio parere la società ha retto meglio della politica".

Perché?

"L’Italia ha dimostrato di avere un tessuto sociale molto forte. In questi mesi, diversi colleghi stranieri si sono detti stupiti di come gli italiani nel dramma abbiano saputo unirsi e rispettare le regole, quando invece gli stereotipi ci dipingono al contrario".

Allora, a quali risorse dobbiamo aggrapparci per il 2021?

"Empatia e intelligenza. Empatia significa immedesimarsi negli altri, solidarizzare, stare insieme per uscirne insieme: anche vaccinarsi è un atto di empatia. L’intelligenza ci ha fatto arrivare al vaccino e ci dà la capacità di prevedere il futuro: ‘guardare oltre’ è la grande sfida che abbiamo davanti, per evitare che la tragedia di quest’anno possa ripetersi".