Domenica 8 Settembre 2024
GIAMPAOLO PIOLI
Cronaca

L’America attende lo scontro. Ora Harris converge al centro:: "Un repubblicano con me"

La candidata Dem conferma la politica di Biden e apre agli anti-Trump. Donald attacca: è poco seria. Il faccia a faccia tv il 10 settembre su Abc. Le regole: microfoni chiusi e pubblico assente.

L’America attende lo scontro. Ora Harris converge al centro:: "Un repubblicano con me"

La candidata Dem conferma la politica di Biden e apre agli anti-Trump. Donald attacca: è poco seria. Il faccia a faccia tv il 10 settembre su Abc. Le regole: microfoni chiusi e pubblico assente.

Non ha brillato ma ha superato con sufficienza e una certa padronanza la prova delle telecamere della CNN. Kamala Harris nella prima intervista che ha concesso dopo la nomination democratica insieme al suo vice Tim Walz, non ha fatto errori e soprattutto papere. Era in pratica il suo ’esame di guida’ a livello nazionale ed è riuscita a superarlo con un percorso netto, senza troppe contraddizioni nonostante da giorni la accusino di aver fatto una brusca sterzata al centro, abbandonando l’anima troppo liberal del partito dalla quale proveniva.

Donald Trump ha definito immediatamente la sua prestazione "noiosa", ma non avendo trovato al momento nulla di più insultante, la sensazione è che Kamala Harris risulti per lui un bersaglio mobile che gli sta andando sottopelle. Lui continua a dire che non è seria ed è un bluff perché passa da una posizione all’altra. Ma l’altra sera la Harris ha spiegato con molta semplicità e chiarezza la sua evoluzione sostenendo che oltre 3 anni di vice presidenza alla Casa Bianca l’hanno portata a perfezionare e smussare la sua piattaforma, aggiungendo che "non rinuncerò ai miei valori".

Quando l’intervistatrice l’ha portata sul tema razziale e sulla polemica di Trump se fosse indiana o americana, riferendosi alle sue origini indiano-giamaicane, lei ha tagliato corto: "abbiamo già chiarito questo punto e non ho più nulla da dire, è roba vecchia, noi vogliamo solo guardare avanti…".

Incalzata sull’eventuale collaborazione col Congresso e l’opposizione è stata molto esplicita: "Voglio essere la presidente di tutti, non intendo dividere ma unire il paese, c’è posto per tutti…Va invertita una tendenza divisiva che sta avanzando da un decennio…". Per poi aggiungere: "prenderò volentieri un repubblicano nella mia amministrazione…".

Il vero appuntamento che conta, adesso, è quello del 10 settembre a Filadelfia, quando ci sarà il primo faccia a faccia con Donald Trump per 90 minuti sulla rete ABC, senza appunti a disposizione e senza pubblico. Sul microfono aperto o chiuso quando l’avversario ha la parola, il team della Harris lo vorrebbe aperto per poter rispondere in diretta. Ma questa volta è il team di Trump a opporsi e il 10 settembre rimarranno chiusi come negoziato durante il confronto con Joe Biden.

Se i cavalli di battaglia di Kamala rimangono il pericolo per la democrazia rappresentato da Trump, i diritti dell’aborto e delle donne, l’accesso ad un’assistenza sanitaria pubblica, l’aumento delle tasse ai miliardari per ridurle al ceto medio, la vicepresidente americana dimostra però di voler giocare subito a tutto campo chiarendo che non si oppone più al fracking, il metodo accelerato per l’estrazione, e nemmeno a un inasprimento delle norme per contrastare l’immigrazione clandestina.

"C’è una legge bipartisan già pronta che Donald Trump ha bloccato. - dice la Harris - Riprendetela in mano in Congresso e mettetela sulla mia scrivania. Quando sarò presidente la firmerò immediatamente…".

Trump la contrasta minacciando di deportare milioni e milioni di illegali anche se abitano in Usa da decenni e pagano le tasse. Ma su questo la maggioranza degli americani propende per la linea ultra dura. Kamala in economia sconta l’aumento dei prezzi e dei tassi ma rilancia con un piano casa da 6 milioni di unità, da realizzare con affittuari e costruttori, e sventola un assegno di 6000 dollari di aiuti a tutte le famiglie che avranno un nuovo bambino. Difesa di ucraina e Israele, ma con lo scopo dell’autodeterminazione palestinese con la richiesta di una tregua a Gaza immediata, sono i capitoli della politica internazionale. Lei svolta verso il centro a caccia di indipendenti e moderati e Trump si smarca sull’aborto dicendo che le misure in Florida di 6 settimane sono troppo poche. Sul campo i democratici hanno reclutato oltre 1 milione di volontari. I repubblicani meno di un terzo ma hanno infrastrutture e uffici Maga in piedi da 2 anni. Il vento verso il 10 settembre è a favore della Harris, ma rimarrà fino in fondo una partita tesa.