L’ambasciata russa a Roma ha definito "assurda e inopportuna" la lettera-appello di sei direttori di quotidiani italiani al neo ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, per chiedere la liberazione immediata di Evan Gershkovich (foto) del Wall Street Journal, primo giornalista americano arrestato da Mosca con l’accusa di spionaggio dai tempi della Guerra Fredda.
"Il corrispondente del Wall Street Journal – si legge in un comunicato dell’ambasciata russa – è stato colto in flagrante mentre cercava di ottenere informazioni segrete su una delle imprese del complesso militare-industriale russo. Tali attività non hanno nulla a che fare con il giornalismo". E ancora: "Come è consuetudine in ogni Paese dove regna lo Stato di diritto, tra cui indubbiamente l’Italia, spetta al tribunale accertare la verità e le responsabilità dei reati commessi". "In questo contesto – sottolinea l’ambasciata – lasciano perplessi le richieste" dei sei direttori "di intervenire nelle procedure di giustizia".
La Federazione nazionale della stampa, invece, ha fatto suo l’appello lanciato da Agnese Pini (Qn, La Nazione, il Resto del Carlino, Il Giorno), Luciano Fontana (Corriere della Sera), Claudio Cerasa (Il Foglio), Massimo Giannini (La Stampa), Massimo Martinelli (Il Messaggero), Maurizio Molinari (La Repubblica).