NOVELLARA (Reggio Emilia)
Un messaggio, una stella di Natale, le lucine colorate. La triste vicenda di Saman Abbas, la diciottenne pachistana uccisa dai familiari per aver rifiutato un matrimonio combinato, diventa occasione per riflettere anche nelle festività natalizie. Un anno fa il presepe a lei dedicato a Novellara, la cittadina reggiana teatro della tragedia tre anni fa. Con una cassettina posta accanto al presepe, in centro storico, erano state raccolte decine di messaggi e lettere per Saman, diventati poi una raccolta di testimonianze ora custodita gelosamente in municipio. E quest’anno il punto di riferimento, per preghiere e raccoglimento, è il piccolo "altarino di Saman", che un gruppo di cittadini ha creato un anno fa, subito dopo il rinvenimento del corpo della giovane nel casolare diroccato di strada Reatino. A pochi metri di distanza c’è un pozzo in cemento, che si è trasformato nel basamento con la fotografia della diciottenne tra fiori, piante e ora pure le lucine natalizie. Un "altarino" diventato tappa di persone di ogni etnia e religione. Lì davanti fanno il segno della Croce i cattolici, recitando l’Eterno riposo. Ma anche cittadini di fede islamica o indiani Sikh e Indù frequentano quel luogo, per una riflessione o una preghiera secondo la loro religione. Anche alcuni pachistani lo fanno: "Non la pensiamo tutti come gli Abbas. La maggior parte di noi – confida uno di loro mentre ordina gli oggetti sull’altarino – è contro la violenza e a favore delle libertà personali. Saman è stata vittima di un pensiero assurdo, che non ha senso di esistere. I nostri figli devono essere liberi di fare le loro scelte di vita. Proprio come voleva fare Saman…".