Giovedì 21 Novembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

L’accusa di Gaia Tortora: "Carceri inumane. Sono polveriere pronte a esplodere"

"L’Europa ci bastona da anni ma non cambia niente. Neanche per chi ci lavora. Non bastano i decreti svuota carceri. Sollicciano andrebbe abbattuto e ricostruito"

Firenze, 6 luglio 2024 – Un altro grido inascoltato. Un ragazzo di 20 anni detenuto nel carcere di Sollicciano si uccide, a febbraio aveva denunciato l’inferno in cui era costretto a vivere. Celle ricoperte di muffa, topi, cimici, scarafaggi. Un crescendo di orrore che porta i più fragili a considerare il suicidio unica via di fuga. Un posto che non è ancora la morte ma non è più la vita. Gaia Tortora – giornalista, vicedirettrice del TgLa7 , figlia di Enzo – in quell’inferno è entrata un anno fa e ha scritto per questo giornale un reportage che terminava così: "Ecco, a Sollicciano non esiste più neanche la speranza. Sollicciano è la nostra indifferenza, la nostra impotenza, la nostra sconfitta. La nostra vergogna". Ma non c’è solo Firenze. Stiamo vivendo la più grave emergenza carceraria italiana di tutti i tempi.

Il sovraffollamento e i suicidi nelle carceri
Il sovraffollamento e i suicidi nelle carceri

Signora Tortora, quante Sollicciano ci sono in Italia?

"Venti giorni fa sono stata nel carcere minorile di Casal Del Marmo e un ragazzo mi ha detto: sono entrato nella scuola del crimine, in queste condizioni posso solo diventare più cattivo oppure ammazzarmi. Parliamo di un sovraffollamento del 120%, di giovani che dormono sui materassi buttati a terra. Come nelle prigioni per adulti. L’Europa ci bastona da anni e non cambia niente. Il 2022 è stato l’anno dei record con 85 suicidi accertati. Il 2023 e il 2024 continuano a registrare numeri impressionanti. Quando ho messo piede a Sollicciano ho pensato: è anche peggio di Poggio Reale. Ma non voglio fare una classifica. Siamo di fronte a un problema enorme e generalizzato che non scuote più nessuno. Gli scarafaggi, gli escrementi sul pavimento, il caldo asfissiante, il disabile in carrozzella, il malato di mente chiuso là dentro perché non si sa dove mandarlo. Tutte cose che sembrano non riguardare chi sta fuori".

Gaia Tortora
Gaia Tortora

E lei che si è sforzata di coltivare la speranza adesso l’ha persa.

"È un senso di impotenza di fronte al totale disinteresse per le condizioni primarie di vita. Chi ha sbagliato non è condannato a espiare diventando pietra. Gli animali nelle stalle se la passano meglio, al fresco e ben nutriti. Vale per i detenuti e per chi in quelle condizioni è costretto a lavorare. Le nostre carceri sono un’immensa discarica umana. Una polveriera pronta a esplodere. Non lo dico da oggi e il punto di rottura si avvicina".

Scriveva Victor Hugo nei Miserabili : «Prima della galera, ero un povero contadino, pochissimo intelligente, una specie d’idiota; e la galera m’ha cambiato. Ero stupido e sono diventato malvagio; ero un ceppo e sono diventato tizzone.» Non ci siamo mossi.

"Appunto. Adriano Sofri parlava della regina del regno carcerario, la domandina. Uno grida “voglio morire“, l’altro risponde “fai la domandina“. Ma non basta nemmeno quella, un detenuto in quelle condizioni non vede la luce, né nell’800 né oggi. E non bastano nemmeno i decreti svuota carceri".

E che cosa allora?

"Un cambiamento culturale, i cui affetti però si farebbero vedere fra mezzo secolo. Il problema è adesso. Questa catena non si spezza pontificando una nuova edilizia carceraria perché non c’è tempo. Va bene il giardino, l’area di ricreazione. Ma dove dormono, come sono i bagni, quale il grado di pulizia? Puntualmente d’estate il caldo fa esplodere anche la tolleranza. Mi aspetto un aggiornamento continuo del bollettino di chi dice basta. Mi fai mangiare per terra e mi tratti da bestia, ma sappi che le bestie prima o poi si rivoltano, a costo di farsi male".

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"L’unica soluzione per Sollicciano è svuotare il serpentone con le sbarre, abbatterlo, ricostruirlo e intanto trasferire i detenuti da un’altra parte. Se non si sa dove metterli almeno si stia zitti, ricordo quando Nordio proponeva le caserma e gli hanno detto che non si può fare. E poi, subito, fuori quelli che possono scontare la pena con misure alternative. Fuori anche i malati psichiatrici, anche se poi non ci sono le comunità per accoglierli".

Tutto un circuito che non funziona. E il senso di impotenza aumenta.

"Poteva essere evitato, si è perso tempo. Ora bisogna trovare un modo per incatenarsi al tema e non mollarlo. Ci siamo giustamente indignati per Zaki nelle carceri egiziane. E per le condizioni di Ilaria Salis in Ungheria. Ma io dico: andate a Sollicciano e candidate uno che sta lì dentro ed è al limite anche senza guinzaglio e cavigliera. Sono felicissima per chi è uscito, ma le nostre prigioni sono piene di Zaki e di Salis e davanti ai cancelli non vedo politici che si strappano i capelli per loro".