Sabato 31 Agosto 2024
ILARIA ULIVELLI
Politica

Migranti, l’accoglienza in tilt. Bandi deserti, città piene. Scontro sindaci e prefetti. Il caso Firenze: siamo al limite

Dopo il taglio dei fondi, meno cooperative e associazioni partecipano alle gare per i migranti. Il capoluogo toscano tra i simboli dell’emergenza. Il primo cittadino Nardella: implodiamo.

Firenze, 29 agosto 2023 – E i profughi dove li metto? Per l’emergenza migranti scatta l’allarme rosso. Il mare vomita bambini, ragazzi, donne e uomini che scommettono la vita per cercare un destino diverso. Bastasse mettersi una mano sul cuore. Il fuoco incrociato dello scaricabarile tra governo e comuni dà la cifra di una situazione ormai scappata di mano. Con l’Europa sempre più spettatrice di un fenomeno per cui Italia e Spagna si trovano con l’acqua alla gola, un po’ per ragioni geografiche ma anche per una politica inefficace.

L’arrivo di migranti africani nell'area di sosta di Firenze Nord
L’arrivo di migranti africani nell'area di sosta di Firenze Nord

Per l’incapacità del governo di farsi valere – come ha ribadito il presidente Pd, Stefano Bonaccini – e quella dell’Europa di metterci le mani seriamente. Da destra a sinistra, senza distinzione di bandiere, i sindaci sono sulle barricate, convinti di fare da parafulmine del conflitto sociale, costretti a gestire gli arrivi, sempre più massicci. Prendersi il malumore dei cittadini, che erode consenso. Mentre il ministro dell’Interno Piantedosi si sbraccia per spiegare che non è intenzione del governo far pagare pegno alle regioni amministrate dal centrosinistra.

Migranti, la distribuzione nelle regioni
Migranti, la distribuzione nelle regioni

Poche cose, a volte solo la pelle. È quello che porta la gente che sbarca. La prima vittoria è essere in salvo. Sguardi spauriti e spalancati su un mondo che credevano migliore. E che forse lo è per chi scappa dall’invivibile. Per scattare un’istantanea di ciò che accade nel Paese, è emblematica la situazione di Firenze, città simbolo dell’arte e da sempre dell’accoglienza, travolta da un’onda anomala. I profughi continuano ad arrivare (3mila con gli sbarchi degli ultimi mesi, oltre 500 minori non accompagnati). Ha mandato su tutte le furie il sindaco Dario Nardella il pasticcio della prefettura che, con i posti esauriti nelle strutture dedicate, ha chiesto direttamente all’ufficio scolastico regionale – bypassando il tavolo di coordinamento e il primo cittadino – la disponibilità di palestre nelle scuole sul territorio fiorentino come misura tampone.

Migranti, gli sbarchi in Italia
Migranti, gli sbarchi in Italia

Ma gli hotspot, le maxi strutture per l’accoglienza temporanea, quella necessaria al riconoscimento, da queste parti non sono mai piaciuti. Nardella è convinto che il primo errore sia stata la volontà del governo di passare dal "modello Sprar" al "modello Cas", quello dei centri di accoglienza straordinaria immaginati per sopperire alla carenza di posti nelle strutture ordinarie di accoglienza o nei servizi predisposti dagli enti locali, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti.

Per Nardella l’intento è di "fare implodere realtà come le nostre che fino a oggi hanno dato risposte reali", ha incalzato, per nulla disponibile a fare da capro espiatorio. "Come si può spiegare ai cittadini che occupiamo le palestre per i migranti alla vigilia della riapertura delle scuole? È evidente che questa non può essere la soluzione".

Sull’emergenza incombe anche la campagna elettorale verso le europee e amministrative 2024 che si è aperta con largo anticipo, con tutti i big in campo.

La Firenze culla dell’arte soffre. E il resto d’Italia pure. Rischia il "collasso" per l’afflusso di migranti Fratta Todina, un piccolo centro della provincia di Perugia che conta 1.800 anime. Il sindaco Gianluca Coata alza la mano: "Abbiamo un totale di 120 immigrati, di cui 50 arrivati da gennaio e 35 solo negli ultimi due mesi". Ritmi insostenibili anche per chi dell’accoglienza aveva fatto una bandiera politica. Il timore che i cittadini si rivoltino non ha colore.

Così, se il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, dopo aver chiesto di usare le caserme vuote ha ottenuto dal ministro Piantedosi lo spostamento di 200 dei 500 migranti con diritto di asilo, c’è il governatore della sua regione Massimiliano Fedriga (stessa maggioranza di governo) che preferisce il modello hotspot (pur definendolo una toppa) a quello dell’accoglienza diffusa, di cui Emilia Romagna e Toscana sono sempre state il simbolo. Un simbolo opacizzato dal naufragio di quello stesso modello.

Con le cooperative e il privato sociale del terzo settore che si trovano costrette a mandare in bianco i bandi per la ricerca di nuovi centri e per la loro gestione. Intanto nel territorio della provincia di Firenze, nel comune di Vicchio, a quaranta chilometri dal capoluogo, sono state piantate due tensostrutture della Federazione delle Misericordie nel campeggio comunale. Gli immobili sono una chimera.

E la conferma di un sistema a consunzione arriva da Antonio Buzzi, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia-Romagna, un mastodonte che riunisce 460 cooperative sociali impegnate nei servizi di assistenza sociosanitaria e di inserimento lavorativo. Le cooperative che lavorano seriamente, rispettando i crismi per fare le cose perbene, non stanno dentro alle cifre offerte. Lui lo sa anche per averlo sperimentato in prima persona, alla guida del consorzio Solco, che mette insieme 18 coop che gestiscono centri d’accoglienza migranti. Si sono strette la cinghia e la maglia dei controlli dopo lo scandalo che ha coinvolto il parlamentare emilianoromagnolo Aboubakar Soumahoro, con i 62 milioni di soldi pubblici destinati all’accoglienza dei migranti che in dieci anni sarebbero stati rastrellati dalle coop di famiglia.

Perché i bandi vanno deserti? Si offrono trenta euro per l’accoglienza in grandi centri, 25 euro per l’accoglienza diffusa, sempre più ridotta, anzi ormai quasi estinta, 60 euro per i minori non accompagnati. "A queste cifre spesso ci si rimette – spiega Buzzi – Noi partecipiamo per il senso di responsabilità. Se non ci fossimo neppure noi a offrire una risposta concreta, questa gente finirebbe per strada".

Piantedosi respinge la narrazione di Toscana ed Emilia-Romagna che, a conti fatti, insieme avrebbero accolto da inizio anno, secondo i dati del ministro, solo il 12% dei minori non accompagnati, mentre Sicilia e Campania ne ospitano più del 30%. Sui dati degli sbarchi, ovvio che le due regioni siano indietro rispetto alla Sicilia, che da gennaio ne ha contati 90mila, mentre in Toscana a bordo di navi Ong ne sono arrivati 1.153 e in Emilia-Romagna 153. Ma il problema degli arrivi va ben oltre a quello degli sbarchi: perché i migranti giungono con tutti i mezzi. I sindaci vorrebbero sapere i numeri, avere prospettive. Perché se accogliere può essere segno di rassegnazione, c’è ancora speranza nell’attendere.