Rischio dipendenza da social network. Soprattutto tra i giovanissimi. Facebook e Instagram finiscono sotto la lente Ue. Thierry Breton, commissario europeo al mercato interno, lo annuncia su X (il social concorrente): "Apriamo un’indagine formale contro Meta" (la casa madre fondata da Mark Zuckerberg). Sul tavolo c’è la sospetta violazione del Digital Service Act. "Non siamo convinti che Meta abbia fatto abbastanza per mitigare i rischi di effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei giovani europei sulle sue piattaforme", spiega Breton.
Nel dettaglio tecnico, l’indagine vuole fare luce su tre distinti filoni: il rispetto (o la violazione) del Dsa sui rischi causati dalla progettazione delle interfacce online di Facebook e Instagram, che potrebbero sfruttare i punti deboli e l’inesperienza dei minori causando comportamenti di dipendenza e/o rafforzando il cosiddetto effetto "conigliera" (cioè quando l’algoritmo moltiplica il suggerimento di contenuti simili a quelli appena fruiti); la verifica della conformità delle policy vigenti per impedire l’accesso di minori a contenuti inappropriati; infine il rigoroso vaglio dell’adeguatezza delle misure adottate a livello di privacy, sicurezza e protezione minori.
Evidentemente la relazione tecnica inviata da Meta a Bruxelles lo scorso settembre e poi sottoposta ad analisi preliminari necessita di integrazioni formali e sostanziali. L’indagine si prospetta particolarmente seria e soprattutto priva di scadenza. La Ue potrà richiedere informazioni, effettuare ispezioni, adottare misure temporanee e accettare impegni di Meta nella modifica delle policy attuali.
A Menlo Park, sede del gruppo, la risposta comunicativa segue il consolidato filone dell’attenzione e della prevenzione. "Vogliamo che gli adolescenti abbiano esperienze online sicure e adatte alla loro età. Per questo – replica la società – nell’ultimo decennio abbiamo sviluppato oltre 50 strumenti e policy pensate proprio per proteggerli. Questa è una sfida che tutto il settore si trova ad affrontare".
g. ros.