Venerdì 8 Novembre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

La svolta dopo 14 anni. Sindaco pescatore ucciso. Un militare tra i 4 arrestati

L’omicidio nel Cilento, l’ufficiale dei carabinieri avrebbe depistato le indagini. Il politico ammazzato per aver scoperto un maxi traffico di cocaina. .

La svolta dopo 14 anni. Sindaco pescatore ucciso. Un militare tra i 4 arrestati

Angelo Vassallo, sindaco di Pollica per tre mandati, era un esponente del Pd

POLLICA (Salerno)

Dopo oltre 14 anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica-Acciaroli, avvenuto il 5 settembre 2010, potrebbe essere arrivata la svolta. Condizionale d’obbligo visto i flop che hanno zavorrato l’inchiesta sulla morte di quello che da tutti era conosciuto come il "sindaco pescatore". Tra i quattro arresti richiesti dal procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, ce ne è uno davvero "eccellente": Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri, figlio di un generale in pensione a cui si deve la creazione dei Ros, e fratello di altri due ufficiali dell’Arma. Un tempo considerato un ‘eroe’ nella lotta contro le cosche, è oggi finito dietro le sbarre con un’accusa infamante: concorso in omicidio aggravato da premeditazione e metodo mafioso.

Insieme a lui, sono stati arrestati Lazzaro Cioffi, ex carabiniere infedele già coinvolto in inchieste per legami con i narcos di Caivano, il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso del clan di Scafati "Loreto-Ridosso", e l’ex gestore di cinema Giuseppe Cipriano. Il movente dell’assassinio sarebbe legato alla scoperta, da parte del "sindaco pescatore", di un traffico di stupefacenti riconducibile al clan di Scafati, nel quale erano coinvolti anche esponenti dell’Arma. Un giro che avrebbe inondato di cocaina le spiagge di Pollica-Acciaroli, con sbarchi notturni sugli arenili più alla moda del Cilento. Vassallo sarebbe stato ucciso dopo aver confidato ciò che sapeva all’ex procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco: prima di poter formalizzare la denuncia, venne però trucidato.

La sera dell’omicidio fu colpito a morte con 9 colpi mentre si trovava nella sua auto, finestrino abbassato e cellulare in mano. L’arma, una pistola "baby Tanfoglio" calibro 9x21, non è mai stata ritrovata, così come non è finora mai stato identificato il killer. Tra il 2017 e il 2022, più volte Cagnazzo è finito sotto la lente degli inquirenti. La Procura di Salerno ribadisce i sospetti di quegli anni e delinea una tesi secondo cui l’ufficiale avrebbe depistato volontariamente le indagini dei suoi colleghi. Tra le azioni contestate, spicca l’acquisizione delle registrazioni delle telecamere del porto di Acciaroli, effettuata senza un mandato ufficiale, con l’obiettivo di allontanare gli inquirenti dai veri colpevoli e indirizzarle verso Bruno Umberto Damiani, un italo-brasiliano legato agli ambienti dello spaccio, che fu il primo sospettato ma successivamente prosciolto per mancanza di prove, compreso un esame dello "stube" negativo.

Inoltre, secondo quanto scritto dalla gip Annamaria Ferraiolo nell’ordinanza, il colonnello avrebbe rimosso di sua iniziativa alcuni reperti, in particolare bossoli e mozziconi di sigaretta dal luogo dell’agguato, proprio mentre erano in corso i rilievi della polizia giudiziaria. Mesi fa, Cagnazzo fu "torchiato" dai pm per 11 ore, ma si difese affermando che le accuse contro di lui erano "mere illazioni e congetture", ribadendo la sua innocenza. "Sapere che le persone che ti devono difendere sono i presunti colpevoli di questo omicidio fa veramente male", commenta Antonio Vassallo, figlio di Angelo. "Rimaniamo in attesa di conoscere una verità giudiziaria – aggiunge il sindaco di Pollica Stefano Pisani -, siamo molto felici del lavoro di approfondimento della Procura di Salerno. Finalmente avremo modo di approfondire gli interrogativi che ci siamo posti nel tempo e che non avevano avuto ancora risposta".