Giovedì 26 Settembre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

La strage poi il suicidio. Uccide moglie e figlia. Dichiarati morti anche un altro figlio e il vicino

Gli spari del 52enne in casa: feriti il secondogenito e la nonna paterna. Ha usato una pistola. Pochi mesi fa la separazione dalla compagna 43enne.

La strage poi il suicidio. Uccide moglie e figlia. Dichiarati morti anche un altro figlio e il vicino

Gli spari del 52enne in casa: feriti il secondogenito e la nonna paterna. Ha usato una pistola. Pochi mesi fa la separazione dalla compagna 43enne.

L’alba si è abbattuta col fragore della tragedia sul tranquillo quartiere di Monte Gurtei, a Nuoro, quando Roberto Gleboni, 52 anni, ha compiuto una strage che ha sconvolto l’intera comunità sarda. È accaduto tutto in pochi, tragici minuti. Erano le prime luci del giorno, poco prima delle 7, in via Ichnusa quando l’operaio dell’agenzia regionale Forestas, sindacalista della Cisl, ha impugnato una pistola semiautomatica, regolarmente detenuta per uso sportivo, puntandola contro la moglie, Maria Giuseppina Massetti, detta ‘Giusi’ 43 anni, casalinga e madre dei suoi tre figli, e l’ha uccisa.

L’omicida non si è fermato, quello era solo il primo atto della sua ora di follia. Dopo aver sparato alla moglie, si è diretto nella stanza dei figli. Martina, 25 anni, la primogenita, e Francesco, poco più di 10 anni (dichiarata la morte cerebrale), sono rimasti vittime della furia del padre. Solo il terzo figlio, 14 anni, è sopravvissuto all’orrore paterno, ferite lievi, ma profondamente choccato da una brutalità che ha distrutto la sua famiglia. Le forze dell’ordine, giunte pochi minuti dopo la carneficina, lo hanno trovato con gli occhi sbarrati, persi nel vuoto, incapace di capire, sanguinante ma vivo.

La tragedia è proseguita ben oltre le mura domestiche. Uscendo sul pianerottolo, l’uomo ha poi aperto il fuoco contro il vicino, Paolo Sanna, 59 anni, sopraggiunto dopo i primi spari. Nel tentativo di capire cosa stesse accadendo, Sanna – che era il proprietario dell’abitazione in cui vivevano Giusi e i figli – ha incontrato l’assassino. Gleboni, senza esitazione, ha rivolto l’arma anche contro di lui, lasciandolo a terra in fin di vita. Sanna è stato soccorso e trasportato in condizioni gravissime all’ospedale San Francesco di Nuoro: anche per lui è stato avviato l’iter di morte cerebrale.

La fuga del forestale ha assunto, infine, un ulteriore tragico epilogo. Dopo aver seminato morte e terrore, si è diretto verso l’abitazione della madre, Maria Esterina Riccardi, 84 anni, a 4 chilometri dal luogo del massacro. Qui, in una escalation di violenza, ha ferito alla testa anche l’anziana (30 giorni di prognosi). Subito dopo, finale della mattanza, ha rivolto l’arma contro se stesso, togliendosi la vita. I pm Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto stanno cercando di ricostruire il movente di questa terribile sequenza di violenza. Roberto e Giusi erano sposati da 25 anni, ma si erano separati da alcuni mesi, l’uomo era tornato a vivere dalla madre. Gleboni però non accettava la separazione, non si rassegnava a quel distacco e più volte aveva cercato di convincere Giusi a tornare insieme. Ma la donna, che si era sposata con lui giovanissima, non ne voleva più sapere. Sembra addirittura che l’uomo sospettasse che la moglie avesse intrecciato una nuova relazione, un innesco per la follia omicida dell’operaio.

I tre omicidi, i tre tentati omicidi e il suicidio di Roberto Gleboni rimangono per ora un enigma, si cercano risposte certe a tanti interrogativi e non risultano pregresse segnalazioni denunce di violenze in ambito familiare. Le forze dell’ordine hanno sequestrato, a casa dell’anziana madre, l’arma del delitto, regolarmente trattenuta dall’uomo che l’ha usata spesso al poligono. Una persona considerata da tutti "amabile", appassionato della pratica sportiva e impegnato nell’attività sindacale alla Fai-Cisl. "Lo conoscevo da 30 anni, Roberto era una persona leale, sincera, amica e sempre sorridente". Bruno Olivieri, coordinatore regionale Fp-Cisl Forestas per la Sardegna, è sconvolto. "Da tempo era dirigente Fai Cisl e, da quando i lavoratori erano confluiti nell’agenzia regionale Forestas, era nel direttivo. Una persona assolutamente tranquilla, impossibile capire cosa sia successo".