Martedì 27 Agosto 2024

La strage del veliero. Comandante sotto accusa. E presto nuovi indagati: equipaggio nel mirino

Oggi l’interrogatorio del neozelandese Cutfield. Il legale: "Non so se risponderà". La catena di imprudenze: dal portellone laterale aperto all’allerta meteo ignorata. Ieri sentiti anche i membri dello staff a bordo, ma alcuni lasceranno la Sicilia.

PALERMO

L’inchiesta sull’affondamento del veliero Bayesian a Porticello (Palermo) entra in una fase cruciale. Il tragico incidente ha causato la morte di 7 persone e le indagini si concentrano su aspetti fondamentali per comprenderne le cause e individuare eventuali responsabilità. Il comandante del veliero, James Cutfield, 51 anni, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di naufragio e omicidio colposo plurimo. Lo skipper neozelandese è stato interrogato per due ore dai magistrati della procura di Termini Imerese nella giornata di domenica. Oggi, tuttavia, potrebbe essere ascoltato nuovamente, ma in una veste ben diversa: non più semplice testimone, ma indagato. Il suo legale: "È provato, non so se risponderà".

Anche gli altri membri dell’equipaggio sono sotto esame (tutti salvi, tranne il cuoco, tragicamente scomparso). Attualmente si trovano all’hotel Domina Zagarella di Santa Flavia, sotto la protezione delle autorità e a disposizione degli inquirenti. Tra loro figurano l’ufficiale capo olandese, l’ingegnere britannico, il nostromo birmano e altri membri internazionali dell’equipaggio. È probabile che alcuni di loro possano rientrare a Maiorca, sede della loro società, nei prossimi giorni, con l’eccezione di Cutfield e Koopmans, che resteranno a disposizione degli inquirenti.

I sette passeggeri sopravvissuti sono rientrati a Londra con un volo privato, avendo viaggiato senza documenti, ma con un accordo che ha consentito loro di lasciare l’Italia. A sorpresa, anche Angela Bacares, moglie del tycoon britannico Mike Lynch, deceduto con la figlia Hannah, ha scelto di volare in Inghilterra. Questo ’liberi tutti’, sebbene legalmente consentito, lascia perplessi poiché ora sarà possibile risentirli solo tramite rogatorie. I sette sopravvissuti avrebbero potuto fornire preziose testimonianze agli investigatori di Termini Imerese, chiarendo le concitate fasi precedenti il naufragio e descrivendo il party tenutosi in plancia alle 22, quando il mare era calmo, ma le nubi nere all’orizzonte già presagivano la tempesta. Inoltre, avrebbero potuto rivelare se alcuni di loro o i membri dell’equipaggio avessero fatto uso di alcol o droghe, dettaglio rilevante considerando che non sono stati eseguiti test tossicologici sui sopravvissuti. Una delle questioni principali su cui dovranno rispondere il comandante e il vice riguarda la gestione dei portelloni laterali e la posizione della deriva. Il portellone da cui esce il tender era chiuso o aperto? La chiglia era posizionata correttamente? Dettagli decisivi per stabilire se vi siano state negligenze o errori di manovra. Non solo il comandante, ma anche altri membri dell’equipaggio, compreso l’ufficiale capo e il nostromo di turno durante il temporale, potrebbero essere presto indagati. Gli inquirenti stanno inoltre esaminando la tempistica della chiamata d’allarme. Secondo le prime ipotesi, ci sarebbe stato un ritardo di oltre mezz’ora prima che il Bayesian colasse a picco. Durante gli interrogatori sono stati ricostruiti i 32 minuti trascorsi da quando il veliero ha iniziato a imbarcare acqua fino allo sparo del razzo di segnalazione, avvenuto alle 4:38, come ricordato dal procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio. Se confermata, questa circostanza potrebbe aggravare ulteriormente la posizione dell’equipaggio, poiché un allarme tempestivo avrebbe forse potuto evitare la tragedia o ridurre il numero delle vittime.

Nino Femiani