
L’ex nuotatrice dello Zimbabwe è la prima donna a guidare il Comitato in 131 anni. Mosca incalza: "Ora i nostri atleti tornino sul podio dopo anni di esclusione".
E alla fine si è adeguata anche l’Olimpiade. Alla parità di genere. All’idea che non hanno più senso le barriere, le discriminazioni e bla bla bla. Proprio così: per la prima volta in 131 anni di storia, il Cio, il Comitato Olimpico Internazionale, l’ente che governa i Giochi estivi ed invernali, ha eletto presidente una donna. Per giunta africana (bianca) dello Zimbabwe. È anche la provenienza geografica è senza precedenti.
In breve: Kirsty Coventry, così si chiama la nuova leader del movimento dei Cinque Cerchi, ha già fatto una rivoluzione.
BATTUTI. A rendere ancora più intrigante la suggestiva vicenda, provvede la lista degli sconfitti. Tutti maschi! Incassando la maggioranza assoluta delle preferenze (49 su 97) al primo scrutinio, Kirsty ha sgominato l’esercito degli uomini. A quota 28 voti si è fermato spagnolo Juan Antonio Samaranch junior, figlio dell’ex franchista che a fine Novecento portò l’Olimpiade nella modernità. Otto i consensi al britannico Sebastian Coe, eroe del mezzofondo e leader nel mondo della atletica leggera. Più indietro ancora il francese David Lappartient, il giapponese Morinari Watanabe, il giordano Feisal Al Hussein e lo svedese Johan Eliasch.
CHI È. Dopo di che, detto il buono e il bello di una scelta comunque clamorosa, c’è il resto. Da decifrare, magari. Allora, sentite qua. Atleta di eccellente livello, Kirsty, che oggi ha 41 anni, è stata una super campionessa nel nuoto. Leggere il palmares, please: ai Giochi di Atene del 2004 ha vinto l’oro nei 200 metri dorso, argento nei 100 dorso e bronzo nei 200 misti. A Pechino nel 2008 oro nei 200 metri dorso, argento nei 100 dorso, nei 200 misti e nei 400 misti. Tre volte campionessa del mondo, record planetari, eccetera.
Fin qui tutto bene. Kirsty, che aveva studiato in America, in patria veniva considerata una oppositrice del capo dello Stato, il non troppo democratico (eufemismo) Mugabe. Poi qualcosa evidentemente è cambiato: tanto che là neo presidente del Cio nel 2019 è stata nominata dal presidente Emmerson Mnangagwa ministra della gioventù, dello sport e della ricreazione. È ancora in carica.
I critici fanno notare che lo Zimbabwe non è esattamente un Paese modello sul fronte dei diritti civili. Ma con i pregiudizi non si va da nessuna parte.
E LA RUSSIA? Destinata a restare in carica per otto anni, la Prima Donna dei Giochi (che ha potuto contare sul forte appoggio del predecessore, il tedesco Bach) è attesa da sfide non semplici. Per dirne una: la Russia di Putin, che ha accolto con giubilo la sua elezione, verrà riammessa a pieno titolo alla Olimpiade? E come andranno le cose fra meno di un anno a Milano-Cortina? Nel 2028 Los Angeles sarà all’altezza di Parigi 2024? Soprattutto: il sogno del barone De Coubertin, un sogno di pace e fratellanza, sopravviverà a un mondo dilaniato da sempre nuove paure?
Auguri, Kirsty. Ne ha bisogno.