Lunedì 22 Luglio 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

La sentenza della Cassazione. Femminicidio, annullato l’ergastolo: "Assassino stressato per il Covid"

I giudici: "Valutare le attenuanti generiche, lo stato di angoscia dell’imputato e il disagio della pandemia". Al culmine di una lite l’infermiere aveva strangolato la compagna. Il processo tornerà in Corte d’Assise.

La sentenza della Cassazione. Femminicidio, annullato l’ergastolo: "Assassino stressato per il Covid"

La sentenza della Cassazione. Femminicidio, annullato l’ergastolo: "Assassino stressato per il Covid"

È probabile che gli Ermellini avessero letto la ricerca pubblicata due anni fa dall’Organizzazione mondiale della Sanità che aveva codificato la ‘Pandemic fatigue’. Una vera e propria sindrome comportamentale causata dall’emergenza, che si manifesta con stress emotivo, stanchezza e paura, tutti sintomi che accompagnano chi è alle prese con il virus o è guarito dall’infezione di Coronavirus. È partendo da questa convinzione che la Corte di Cassazione ha deciso di annullare con rinvio, limitatamente all’applicabilità delle attenuanti generiche, la condanna all’ergastolo per l’infermiere calabrese Antonio De Pace in seguito all’uccisione di Lorena Quaranta, studentessa di Medicina, originaria di Favara, in provincia di Agrigento. Secondo la Suprema Corte, i "giudici di merito non avrebbero verificato se la specificità del contesto, il periodo Covid e la difficoltà di porvi rimedio, costituiscano fattori incidenti sulla misura della responsabilità penale".

La Corte di Appello aveva confermato l’ergastolo comminato in Assise per il paramedico accusato di avere strangolato il 31 marzo 2020 la fidanzata nell’appartamento che condividevano a Furci Siculo nel Messinese. La giovane, quell’anno, si sarebbe dovuta laureare con una tesi in Pediatria. Non fece in tempo e l’Università di Messina la proclamò dottoressa in Medicina e Chirurgia, con la votazione di 110 e lode. Durante il processo di secondo grado la pubblica accusa aveva invocato la concessione delle attenuanti generiche nei confronti del giovane. I giudici però non gliele concessero: nessuno sconto di pena, rimase il carcere a vita. Ora la Cassazione chiede ai giudici di Appello di fare marcia indietro e tenere conto delle attenuanti scaturite dal logorio da Covid. "Deve stimarsi – scrivono gli Ermellini nelle motivazioni – che i giudici di merito non abbiano compiutamente verificato se, data la specificità del contesto, possa, ed in quale misura, ascriversi all’imputato di non avere efficacemente tentato di contrastare lo stato di angoscia del quale era preda e, parallelamente, se la fonte del disagio, evidentemente rappresentata dal sopraggiungere dell’emergenza pandemica con tutto ciò che essa ha determinato sulla vita di ciascuno e, quindi, anche dei protagonisti della vicenda, e, ancor più, la contingente difficoltà di porvi rimedio costituiscano fattori incidenti sulla misura della responsabilità penale".

In pratica l’ergastolo per il femminicidio è al momento annullato perché bisogna valutare l’ansia da Covid. Una posizione sempre contestata dai legali della famiglia Quaranta, i quali ritengono che un infermiere professionale abbia gli strumenti per affrontare lo stress legato alla pandemia. Quaranta fu uccisa probabilmente al culmine di una violenta lite scoppiata nella villetta di Furci Siculo dove i due fidanzati convivevano. Motivo? De Pace era terrorizzato dal Covid e temeva che Lorena lo infettasse. Le motivazioni della Cassazione hanno sollevato la reazione del centro antiviolenza ‘Una di noi’. "La lettura delle motivazioni ci lascia sgomente e fortemente allarmate per la tutela di tutte le donne", ha scritto l’avvocata Cettina Miasi. "Ancora una volta la Cassazione, che pure rimane il presidio di legalità e di diritto, ci sorprende. La sentenza con la quale si annulla l’ergastolo all’assassino di Lorena, perché bisogna considerare lo stress da Covid, francamente ci lascia esterrefatti", afferma il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi. E Mara Carfagna (Azione) rincara la dose: "Si apre la strada all’idea che in caso di stress le responsabilità siano meno gravi". Dura anche la deputata Pd, Michela Di Biase: "In questo Paese l’incidenza della pandemia è stata ampiamente ignorata per gli effetti sulla salute mentale delle ragazze e dei ragazzi, ma viene presa in considerazione come attenuante per un femminicidio".