Roma, 28 ottobre 2024 – Un sistema che dal ricatto va all’estorsione e forse arriva fino all’eversione. Mentre il dossieraggio su di lei è cominciato "già alla fine del governo Draghi quando si capiva che sarei potuta andare al governo". Per questo Giorgia Meloni auspica che la magistratura "vada fino in fondo" nelle inchieste sui dossieraggi. "Nessuno Stato di diritto può tollerare una cosa del genere", auspica la premier intervistata nell’ultimo libro di Bruno Vespa Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse l’Europa.
I 2.100 euro sul conto corrente della sorella
La premier difende la sorella Arianna, vittima a sua volta di dossieraggio come emerso nell’inchiesta di Perugia e in quella di Bari: "Credo che si accaniscano su Arianna perché non ha le tutele che posso avere io, ma colpire lei è come colpire me. Purtroppo per loro, hanno a che fare con un’altra persona che non ha scheletri nell’armadio". E nemmeno un capitale così importante da difendere, spiega: "Quando è uscita la notizia mi ha mandato la foto dell’estratto conto. C’erano 2.100 euro. Mi ha scritto: “Se me l’avessero chiesto, lo avrei detto io quanto avevo sul conto“, con la faccina che ride".
Le urne anticipate
Nel libro Meloni smentisce i rumors sulle elezioni anticipate: "Dicono un sacco di cose, tendenzialmente false. Ho smesso di leggere la rassegna stampa quando mi sono resa conto che almeno la metà delle cose che si scrivono non vengono scritte per raccontare un fatto, come dovrebbe essere, ma piuttosto per tentare di determinarne uno. È un tentativo di condizionamento al quale non mi presto". Poi dice che accetta "serenamente" gli attacchi della sinistra "perché ho l’ardire di sostenere che gli italiani dovrebbero avere il diritto di eleggere direttamente il presidente del Consiglio togliendo questo potere alle dinamiche del Palazzo", anche se sulla legge elettorale "deve decidere il Parlamento, non ho mai amato i governi che tentavano di apparecchiarsela scrivendosi norme cucite addosso che poi non funzionavano mai".
Il dossieraggio e la politica
Le parole di Meloni arrivano mentre nella maggioranza il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi chiede di "uscire rapidamente da questa nuova stagione dei veleni individuando gli strumenti legislativi più adatti, con la consapevolezza che, per farlo, serve il contributo di tutta la politica". La Lega fa sapere che "proporrà in Parlamento un incremento delle pene per gli spioni. L’obiettivo è punire ancora più severamente chi vìola la privacy per ricattare e condizionare".
Gli azzurri
Sulla delicatissima vicenda interviene anche il numero uno di Forza Italia Antonio Tajani: "Quando noi parliamo di un impegno forte sulla sicurezza, riguarda la sicurezza nelle nostre strade, ma anche la sicurezza dei nostri dati riservati. Utilizzare dati che non dovrebbero essere diffusi diventa un reato, poi vengono utilizzati per battaglie interne, per battaglie politiche. Questa storia dei dossier è inaccettabile. Infilarsi nella vita privata della gente per poi utilizzare i dati ai fini economi o politici è una minaccia alla democrazia. Non è escluso poi che questi dati possono essere usati da chi è nostro nemico dal punto di vista geo-strategico, non è escluso che li utilizzi la Russia o altri Paesi che non sono nostri amici".
E Angelo Bonelli (Avs) elogia la magistratura: il governo smetta "di fare la vittima: ha gli strumenti normativi e operativi per intervenire. Gli attacchi alla magistratura dimostrano che hanno sbagliato obiettivo: dobbiamo difendere lo Stato e i suoi organi da azioni illegali".