di Saverio Bargagna
Quando un’ombra assume un nome il giallo è risolto. Lo ’Sciamano’ Gianluca Paul Seung, 35 anni, italo-cinese con radici in lucchesia, è ritenuto dagli inquirenti l’autore dell’omicidio della dottoressa Barbara Capovani. La psichiatra pisana, aggredita venerdì sera a colpi di spranga sotto la finestra del proprio reparto di Psichiatria al Santa Chiara di Pisa, è morta nella notte dopo due giorni di agonia e, in ultimo atto di generosità, donerà i suoi organi. L’accusa non nutre dubbi: un agguato premeditato condotto attraverso una folle ma puntigliosa logica criminale. Il movente del delitto sarebbe scritto – nero su bianco – sul profilo Facebook dell’uomo dove l’odio dello "Sciamano" verso i medici psichiatrici si traduce in farneticanti accuse anche contro Zuckerberg, l’ordine mondiale e la defunta regina Elisabetta ma, in particolare, nei confronti di una delle dottoresse che lo stava curando, appunto Barbara Capovani, che lo aveva preso in carico a Pisa nel 2019 e che lui non ha mai dimenticato, citandola ripetutamente con nome e cognome sui social accusandola di ogni più inverosimile e farneticante nefandezza.
L’uomo si descrive come "uno sciamano, mediatore fra invisibile e visibile", ma i poteri che si riconosce non sono stati sufficienti per sfuggire alle forze dell’ordine e al fermo disposto della polizia. Sono almeno due gli errori commessi. Il primo, e forse più rilevante, è il raid finito a vuoto che ha messo gli inquirenti sulle sue orme. Ventiquattr’ore prima dell’aggressione alla dottoressa, ovvero giovedì pomeriggio, indossando cappellino scuro e mascherina nera, Seung si era affacciato all’androne dell’edificio 3, ingresso A di Psichiatria universitaria chiedendo di poter vedere la dottoressa Capovani. L’incontro non si è verificato, ma i colleghi hanno registrato l’informazione estraendola dal cassetto dei ricordi quando la polizia ha avviato l’inchiesta. In tal modo l’ombra ripresa dalle telecamere di videosorveglianza dell’ospedale ha iniziato a prendere sembianze umane e le indagini hanno assunto solidità. Il secondo errore, stando alla ricostruzione degli inquirenti, è stato sottovalutare la fitta rete di occhi elettronici fra ospedale e centro storico di Pisa, a pochi passi dalla Torre Pendente. L’autore del delitto è stato ripreso in più occasioni: all’entrata secondaria dell’ospedale, quando aggredisce la dottoressa alle spalle e la finisce con la spranga e mentre fugge e scavalca la sbarra d’ingresso al termine del barbaro omicidio. Le telecamere lo hanno virtualmente seguito lungo il cammino di fuga fino a quando ha cambiato gli abiti e le scarpe – prima vistose – in modo da cercare di eliminare tracce e confondersi nel consueto via-vai di Pisa in un tranquillo venerdì pomeriggio. Infine, a 250 metri dal luogo del delitto, è stato ripreso in volto: l’orario coincide. Dell’arma del delitto contenuta nello zaino che portava in spalla invece non si hanno tracce. Nel grave quadro accusatorio ha fatto scattare il blitz degli agenti di polizia a mezzanotte di sabato, nell’abitazione di Torre del Lago dove Seung vive da solo. Il 35enne si è barricato in casa preparando una strenua difesa.
Le forze dell’ordine, ben equipaggiate e in forze, erano pronte a ogni resistenza e con un ariete hanno sfondato il portone. L’italo-asiatico ha risposto aggredendo con lo spray urticante i poliziotti, ma non ha avuto scampo. Armati anche di taser, hanno immobilizzato Seung per poi condurlo in questura. Nell’abitazione del 35enne sono stati rinvenuti altri indizi ritenuti importanti come delle mascherine dello stesso colore e della stessa marca di quella usata dall’assassino. Sotto il letto è stata rinvenuta una balestra con tanto di dardi a riprova della pericolosità del soggetto. La polizia scientifica ha sequestrato il cellulare e il pc dell’indagato. Accusato di omicidio premeditato, durante l’interrogatorio Seung si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha fornito indicazioni. Al momento si trova nel carcere Don Bosco a disposizione della magistratura in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Intanto la città piange la scomparsa della dottoressa Capovani: una luce in meno a combattere malattie e tenebre.