
L’indagato Andrea Sempio si è dichiarato «tranquillo» e «innocente»
GARLASCO (Pavia)La Procura di Pavia svela, in parte, i nuovi elementi della riaperta indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. E vuole comparare al Dna dell’indagato Andrea Sempio tutti i reperti del caso di diciotto anni fa, ma con le recenti tecnologie di analisi genetica. Senza aspettare che la notifica ai difensori trapelasse dal silenzio tenuto dagli inquirenti fino a ieri, dopo 10 giorni di rinnovato clamore mediatico sul femminicidio commesso il 13 agosto 2007 a Garlasco, per il quale Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva, il procuratore di Pavia Fabio Napoleone ha firmato il comunicato stampa che rende nota la richiesta al Gip di incidente probatorio.
Poche righe precedute da una ben più ampia premessa in quattro punti. I primi due a conferma di notizie già emerse: la consulenza della difesa di Stasi sulla "utilizzabilità del profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto sotto le unghie della vittima e sulla compatibilità con il profilo genetico riconducibile all’odierno indagato" e quella della Procura che "ha confermato le conclusioni" (le due consulenze citate nella sentenza della Cassazione che lo scorso novembre ha annullato l’ordinanza del Gip che aveva respinto la richiesta di riapertura delle indagini); il prelievo coattivo del Dna dell’indagato Sempio (noto per il provvedimento del Gip) effettuato giovedì scorso. Gli altri due punti spiegano su cosa sta puntando l’indagine: "Dalle verifiche svolte presso l’Unità di Medicina Legale Scienze Forensi del Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense dell’Università di Pavia è emersa la presenza di campioni biologici e reperti della vittima Chiara Poggi, non oggetto della distruzione dei corpi di reato disposta dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano ed effettuata nel 2022, i quali nel corso dei pregressi procedimenti penali sull’omicidio di Chiara Poggi o non sono mai stati sottoposti ad analisi genetica o hanno fornito un esito dubbio o inconclusivo, potendo tuttavia ora essere utilmente sottoposti a indagine genetica alla luce dell’incremento della sensibilità analitica raggiunta dai più recenti kit commerciali di caratterizzazione del profilo genetico del Dna e della più evoluta sperimentazione di laboratorio, non essendo poi, evidentemente mai comparati con il Dna dell’attuale indagato". "Sono stati acquisiti i para-adesivi delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti analizzati presso i laboratori del Ris di Parma e parimenti può essere ricercato materiale genetico in detti reperti con accertamenti che verosimilmente porterebbero alla distruzione degli stessi".
Se il giudice per le indagini preliminari firmerà il provvedimento chiesto dalla Procura, saranno svolti accertamenti irripetibili, quindi, che richiedono evidentemente il coinvolgimento di periti nominati delle parti. Da qui la notifica ai legali dell’indagato Sempio, con l’avvocato Massimo Lovati che già ribatte "stiamo valutando la possibilità di opporci davanti al Gip alla richiesta della Procura". Non a caso ieri mattina gli avvocati Gianluigi Tizzoni e Francesco Compagna, rispettivamente per i genitori e il fratello di Chiara Poggi, hanno ricevuto dalla Procura l’attesa comunicazione per potersi costituire parte offesa nel procedimento. Dopo cinque gradi di giudizio, la battaglia legale sembra solo all’inizio.