Lorenzo
Castellani
La partenza del governo Meloni sul fronte europeo è stata rassicurante. Chi si aspettava euroscetticismo e flirt con i governi nazionali dell’Europa orientale è stato fino ad oggi smentito. Meloni ha insistito per avere subito un incontro informale con Macron quando il Presidente francese era a Roma nei giorni scorsi e in queste prime settimane di governo non si è mai lasciata andare a dichiarazioni aggressive verso la Commissione Europea. Questa settimana il Presidente del Consiglio andrà a Bruxelles in uno scenario incerto e preoccupante. Sul fronte energetico i passi in avanti sono stati pochi, l’inflazione continua a galoppare, la Bce prosegue con l’innalzamento dei tassi d’interesse. Meloni ha una priorità: trovare un accordo sul gas in continuità con Draghi. Se il price cap è troppo difficile da ottenere, la seconda opzione è la creazione di uno strumento finanziario per avere un fondo comune europeo.
Se anche questo obiettivo fallisse, nei prossimi mesi il governo italiano non potrà fare altro che procedere da solo, cercando di convincere i mercati sull’ampiezza dello scostamento di bilancio necessario per fronteggiare la crisi energetica. Al di là delle politiche economiche, per Meloni sarà comunque una trasferta importante perché il suo governo si presenterà in Europa. Dovrà togliersi di dosso i pregiudizi di chi la considera ancora una esponente dell’estrema destra euroscettica, mostrarsi un partner affidabile e con priorità chiare, costruire quasi da zero un sistema di relazioni diplomatiche con i grandi paesi dell’eurozona. Da ultimo, Meloni dovrà veicolare una certa idea dell’Italia: delineare obiettivi economici nazionali ed europei, segnare le linee della politica estera italiana in Europa e nel Mediterraneo, presentare una strategia complessiva per l’energia. La trasferta europea sarà un primo test di leadership oltre confine.