Caivano (Napoli), 28 agosto 2023 – "Io sono felice. Proprio felice", ribadisce al telefono Eugenia Carfora. La dirigente dell’Istituto ’Francesco Morano’ di Caivano – un pezzo di Scandinavia nel degrado di Parco Verde – è al lavoro anche di domenica. Eugenia Carfora – 63anni, da 16 alla guida della scuola del Parco Verde – è commendatore della Repubblica per l’impegno profuso nell’educazione dei giovani contro i Clan. Nel 2020 è stata considerata la migliore preside d’Italia.
Ci spiega il suo stato d’animo?
"Le famiglie di Parco Verde hanno denunciato gli stupri subiti dalle loro bambine. Nessuna omertà. Solo voglia di giustizia. Cercata nello Stato. Fuori dal circuito criminale che perpetua un potere spietato. Dopo lo choc per la notizia degli abusi, questa è una vittoria sensazionale".
Cosa vede dal suo osservatorio personale?
"In questo momento, proprio sotto la mia finestra, una ragazza che passeggia e ogni tre metri si ferma per un selfie. Abbiamo gettato una generazione nella società dell’apparenza. Nelle sue logiche violente. Noi adulti dovremmo solo inginocchiarci e chiedere scusa".
La violenza sulle donne è trasversale a tutte le classi sociali. O a Caivano è peggio?
"Qui tutto è peggio. Se è indagato per stupro il figlio di un politico nazionale, il contesto attutisce il caso e la tragedia. Qui invece, come a Palermo, sono intere comunità a finire sotto il faro. A diventare simbolo del degrado che c’è. Ora questa esposizione deve trasformarsi in forza. In volontà di riscatto. In domanda sfidante: cosa ha in mente l’Italia per Caivano e le altre Caivano di questo Paese?"
Suggerimenti?
"Dove comandano le mafie, dove le piazze di spaccio regolano l’agibilità di palazzi, scale e vite familiari, ogni minuto in più passato a scuola è un minuto sottratto ai cattivi esempi, ai ricatti dei boss o dei cromosomi. Gli studenti devono uscire da scuola con il presente già in tasca. La legalità deve apparire non solo come una scelta etica e civile, ma come un concreto vantaggio. Sapesse che gioia vedere decine di ragazzi che vincono la scommessa. Assunti a tempo indeterminato in giro per l’Italia come periti tecnici, come cuochi o specializzati. Ma non basta. Bisogna realizzare le filiere economiche qui, perché i giovani non debbano più scappare".
La sua proposta operativa?
"Dal Parco Verde di Caivano allo Zen di Palermo, secondo i miei calcoli in Italia ci sono 35 aree scolastiche davvero bollenti. Devono essere tutelate e finanziate con una legislazione ad hoc. Adottate da fondazioni e istituzioni. Frequentate solo da professori eccellenti, di quelli che fanno innamorare allo studio educando ai sentimenti".
Ma se poi a casa i modelli familiari restano negativi?
"Potremmo giocare anche questa partita. Per esempio, rivoluzionando gli arresti domiciliari con lavoro per le donne e anche per gli uomini. Agli occhi dei figli, quei genitori apparirebbero immediatamente trasformati. E i clan perderebbero potere. Poi alla camorra darei l’ultima mazzata. Un tutor educatore per scala. Mi creda, con cento educatori Caivano rinascerebbe. E la violenza, anche quella sessuale frutto di modelli angoscianti, sarebbe sgonfiata. Annientata".