Un’infezione potrebbe essere stata la causa scatenante che ha portato ad un’aggravarsi delle condizioni di Andrea Purgatori, una pericardite settica che, innestatasi su un quadro di fragilità fisica, avrebbe contribuito al decesso del giornalista. Anche su questo dovranno fare luce gli accertamenti autoptici affidati ieri dalla procura di Roma e che saranno svolti martedì e mercoledì. La pericardite è un’infiammazione della membrana del cuore che può avere tra le tante cause anche i tumori e i trattamenti radianti e Purgatori, paziente oncologico, è stato sottoposto ad una radioterapia massiccia al cervello dopo che una prima diagnosi alla clinica Pio XI aveva rilevato un tumore ai polmoni con metastasi al cervello. Sul registro degli indagati sono per ora finiti due medici della Pio XI, il professor Gianfranco Gualdi, direttore della Radiologia d’urgenza del policlinico universitario Umberto I di Roma e responsabile della radiologia della clinica Pio XI, e il dottor Claudio di Biasi, membro della sua équipe.
CronacaLa morte di Purgatori, l’ipotesi dell’infezione