Mercoledì 17 Luglio 2024
MASSIMO SELLERI
Cronaca

La missione di pace. Zuppi pronto a sfruttare l’assist della Cina. Tornerà in Russia

Pechino spinge per un accordo sul grano a favore dei Paesi africani. Mano tesa di Lavrov alla Santa Sede: disponibili a riprendere il confronto. L’inviato del Papa: apertura importante, serve l’impegno di tutte le parti.

Il cardinale Matteo Zuppi

Il cardinale Matteo Zuppi

Roma, 16 settembre 2023 – Il cardinale Matteo Zuppi tornerà in Russia. A renderlo noto è Sergej Lavrov che al Cremlino ricopre la carica di ministro degli esteri della federazione russa e che è uno dei più stretti collaboratori del presidente Vladimir Puntin: "Il Vaticano prosegue i suoi sforzi, l’inviato del Papa tornerà presto. Siamo pronti a incontrare tutti, a parlare con tutti". È stato poi lo stesso porporato a confermare il suo nuovo viaggio, il quinto di questa missione. "Questa apertura è importante – ha spiegato Zuppi appena rientrato in Italia dopo la sua visita in Cina -, perché la pace si fa dialogando e trovando gli spazi possibili e necessari per iniziare a risolvere le questioni attraverso la via diplomatica e abbandonando le armi. Le parole di Lavrov sono una dichiarazione positiva e vanno nella direzione auspicata da papa Francesco. Non possiamo pensare che la palla della pace stia solo nel campo ucraino che resta comunque lo stato aggredito. L’Ucraina ha presentato le sue proposte, ma per avere una pace duratura tutti devono giocare la stessa partita".

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Stando a queste premesse la visita a Pechino dell’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei è stata un successo riaccendendo quella fiammella che si chiama fiducia nella diplomazia. Per ragioni umanitarie sia il Vaticano che la Cina vogliono un accordo sul grano che eviti lo sterminio per fame nelle regioni più povere dell’Africa e questo significa che la Russia deve rimettersi al tavolo per garantire uno scudo di sicurezza ai mercantili che attraversano il mar Nero. Pechino sembrerebbe pronta ad affiancare Mosca in questa trattativa per trovare un nuovo accordo con l’Ucraina e questa ipotesi non dispiacerebbe a Putin, anche perché romperebbe quell’isolamento che fino a qui ha caratterizzato il dialogo per arrivare ad un’intesa sul trasporto dei cereali. Questo primo passo sarebbe l’anticamera di un negoziato vero e proprio che potrebbe finalmente portare ad un cessate il fuoco.

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"Da parte del governo cinese c’è stata una grande attenzione – conclude Zuppi –. Abbiamo avuto una discussione franca con un importante scambio di vedute e di prospettive anche per il futuro". Volendo rispettare rigidamente l’equilibrio che fino a qui ha contraddistinto la missione del presidente della Cei, alla visita a Mosca dovrebbe seguire un secondo viaggio a Kiev con le diplomazie che sono al lavoro anche per raggiungere questo obiettivo sebbene alcuni esponenti del governo ucraino abbiano espresso la loro diffidenza verso l’operato del Vaticano. La pace audace e creativa voluta da papa Francesco richiede che la spinta per la tregua arrivi dal basso e per la precisione dalle questioni umanitarie. Per raggiungere questo traguardo papa Francesco è pronto ad allearsi con tutti e la visita di Zuppi a Pechino è stata storica essendo la prima volta che un inviato della Santa Sede incontrava un membro del governo cinese nella capitale del paese asiatico.

Per quanto riguarda il secondo viaggio in Russia i tempi non saranno immediati ma neppure troppo lunghi. Per il momento l’agenda del cardinale è stata confermata per tutta la settimana, ma stando all’urgenza della questione e alla volontà di Bergoglio di raggiungere la pace il prima possibile non bisognerà aspettare molto tempo. In questa partita il Papa non è solo, oltre alla Cina c’è il sostegno anche del governo italiano, con Zuppi che a Pechino ha soggiornato nell’ambasciata italiana, non avendo la Santa Sede una nunziatura in quel paese.