Lunedì 2 Settembre 2024
NICOLA PALMA
Cronaca

La mattanza del 17enne: "Ha sterminato la famiglia senza un vero motivo". La pm: ci pensava da giorni

Ha ucciso prima il fratello: "Dopo una coltellata soffriva tanto, così l’ho colpito decine di volte". Il magistrato: "Ascoltava sempre musica triste. La festa del papà ha acuito il suo malessere".

La mattanza del 17enne: "Ha sterminato la famiglia senza un vero motivo". La pm: ci pensava da giorni

Ha ucciso prima il fratello: "Dopo una coltellata soffriva tanto, così l’ho colpito decine di volte". Il magistrato: "Ascoltava sempre musica triste. La festa del papà ha acuito il suo malessere".

"Uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero. Distaccandomi dalla mia famiglia, avrei potuto vivere in solitaria". È la spiegazione che non può spiegare l’inspiegabile. Il movente che non è un movente. Il tragico cortocircuito mentale che ha portato Riccardo C. a sterminare la famiglia nella villetta di via Anzio 33 a Paderno Dugnano. Dalle parole del 17enne reo confesso dell’omicidio dei genitori e del fratellino, emerge quel "disagio" mai palesato, quella sensazione di "oppressione" che lo tormentava da tempo, quel sentirsi estraneo a chi gli stava più vicino e in generale al mondo che vedeva tradotto nei versi beatlesiani di The long and winding road ("Sono stato solo molte volte e ho pianto tante volte") che ascoltava continuamente e che l’aveva pure spinto a sognare di "andare a combattere in Ucraina". Poi la feroce esplosione di violenza, a poche ore dalla festa di compleanno per i 51 anni di papà Fabio, che, riflette il capo della Procura per i minorenni Sabrina Ditaranto, "potrebbe aver acuito" il suo pensiero di morte.

La decisione senza ritorno di uccidere. Una idea che lo accompagnava "da giorni" e che "ho covato per tutta la giornata" di sabato. Poco dopo l’una di domenica, Riccardo è sceso al piano di sotto, ha preso una lama da cucina da 20 centimetri, è tornato nella cameretta che divideva col piccolo Lorenzo e l’ha aggredito nel sonno: "Pensavo che una coltellata sarebbe bastata per uccidere", ha detto in lacrime alla pm Elisa Salatino. E invece "mi sono reso conto" che un solo colpo non era sufficiente per togliere la vita al dodicenne, che probabilmente si è reso conto di quello che gli stava succedendo e ha provato a chiedere aiuto; a quel punto, ha infierito decine di volte, nella sua versione per mettere fine alle sofferenze del bambino. I rumori hanno allarmato mamma Daniela, che stava dormendo col marito nella camera di fianco: i militari l’hanno trovata a terra, di fianco al letto, accoltellata sia al collo che alla schiena nel disperato tentativo di salvare il secondogenito. Poi è toccato al padre, che, stando a quanto confusamente riferito dal 17enne, gli avrebbe chiesto di chiamare aiuto, proiettato verso la moglie e il figlio minore: il primo fendente gli è arrivato alle spalle, vicino alla porta. Un raid fulmineo, al massimo un paio di minuti. All’1.55 la chiamata al 112: "Mio padre ha accoltellato mia madre e mio fratello", la frase all’operatore, cambiando il copione che si era immaginato di recitare e che indicava la madre come assassina. "Sono vivi?", chiede l’interlocutore. "No, neanche mio padre. Sono morti, sono morti", la risposta. "Si è ucciso?". "No, l’ho ucciso". I soccorritori lo incontrano in via Anzio: è seduto su un muretto, indossa solo un paio di mutande e ha volto e braccia coperti di sangue; in mano ha il coltellaccio, sfilato dal cuscino in cui l’aveva conficcato dopo la mattanza. Poco dopo, ecco la prima pattuglia del Radiomobile di Sesto: il filmato delle body cam fotografa l’espressione spaventata del 17enne, che verosimilmente ha compreso la gravità di quello che ha fatto.

La ricostruzione iniziale, inverosimile e contraddetta dai rilievi nella stanza dell’orrore, si sgretola alle 14: "Li ho uccisi tutti io". Il ragazzo si trova nel centro di prima accoglienza del carcere Beccaria: in cella ci andrà dopo la convalida dell’arresto per triplice omicidio pluriaggravato. Intanto, è già partito il percorso di colloqui con educatori e psicologi, che cercheranno di comprendere ciò che a tutti pare indecifrabile; altre possibili tracce potrebbero emergere dall’analisi di pc e cellulare degli investigatori del reparto operativo di Milano e della tenenza di Paderno, rispettivamente guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente Luigi Ruzza. I nonni sono pronti a incontrare il nipote, manifestando "pena e compassione per lui".