Giovedì 27 Giugno 2024
LUCA
Cronaca

La lotta del sindacalista: "Scuole di formazione contro lo schiavismo"

L'operazione "piedi scalzi" smaschera lo sfruttamento di lavoratori stranieri nei campi toscani. La formazione e la collaborazione con le imprese agricole sono le chiavi per contrastare questa piaga e garantire diritti e qualità.

La lotta del sindacalista: "Scuole di formazione contro lo schiavismo"

La lotta del sindacalista: "Scuole di formazione contro lo schiavismo"

di Luca

Filippi

Erano costretti a lavorare scalzi negli oliveti e nei vigneti anche per appena 97 centesimi all’ora. Da qui il nome operazione ’piedi scalzi’: qualche settimana fa 10 arresti dei carabinieri. I caporali sfruttavano pakistani e bengalesi ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria (Cas) di Piombino. Ed è solo l’ultimo di una serie di gravi episodi avvenuti tra le province di Livorno, Grosseto e Siena.

Ma oltre alla repressione che cosa si può fare per evitare lo sfruttamento nei campi?

"Noi proviamo a cambiare le cose con la formazione – spiega Nicolò Cortorillo (foto) segretario Flai Cgil provincia di Livorno –. Tanti immigrati extracomunitari sono facili vittime dei caporali perché conoscono poco l’italiano e ancora meno norme e regole".

Come avviene la formazione?

"Ci stiamo lavorando da tempo, ma l’operazione ’piedi scalzi’ che ha portato alla ribalta un fenomeno particolarmente grave con i pulmini dei caporali che andavano a prendere i lavoratori fuori dai cancelli dei centri Cas, ci ha spinto a mettere su una ’scuola’ per questi ragazzi in modo che il caporale non sia la prima persona che conoscono nel mondo del lavoro. Assieme alle associazioni stiamo costruendo una rete capace di fornire il giusto supporto".

E le imprese agricole?

"Molte aziende corrette pagano un giusto stipendio, ma vengono danneggiate da altri imprenditori che non rispettano le leggi. Stiamo lavorando con le associazioni di categoria per tutelare

gli imprenditori corretti".

Quali sono le conseguenze dello sfruttamento oltre alla violenza sui lavoratori?

"Chi mette su una squadra di persone pagate poco, costrette a orari pesanti e senza sicurezza, alla fine non ha neppure una produzione di qualità. Le aziende vinicole lo hanno capito per prime e abbiamo eccellenze internazionali a Bolgheri che hanno personale qualificato e pagato correttamente perché quando si interviene in vigna si deve lavorare bene se si vuole fare un vino di qualità. Crediamo che diritti, sicurezza e qualità dei prodotti siano strettamente legati".