ROMA
Anche il red carpet di Venezia può servire ad alzare l’attenzione sui femminicidi, che il presidente Mattarella in un suo intervento ha ieri definito "una intollerabile barbarie sociale" contro la quale serve impegno educativo e culturale. La Commissione bicamerale d’inchiesta per il contrasto degli omicidi e della violenza di genere, presieduta dall’onorevole Martina Semenzato, è salita al Lido di Venezia e ieri sera Semenzato, insieme alle senatrici D’Elia, Leonardo, Valente e alle deputate Zanella e Ravetto, ha sfilato – gonna porpora e maglietta bianca – sul tappeto rosso della mostra del Cinema, Al loro fianco le donne dell’associazione ‘Dire’. "Una sfilata in abbigliamento rigoroso – dice la presidente Semenzato – fatta da donne di contenuto, non di lustrini".
Ma se può aiutare a far parlare del tema, certo serve ben altro che una sfilata per invertire un trend che è figlio, ha sottolineato il Capo dello Stato "di una mentalità distorta e di una miserabile concezione dei rapporti tra uomo e donna". "Non c’è libertà, oggi, quando una persona è vittima di molestie e violenze fisiche o morali. La violenza contro le donne in Italia, in questi ultimi mesi, ha continuato a manifestarsi con numerosi casi di assassinio e di stupro. Questa intollerabile barbarie sociale –ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al Corriere della Sera – richiede un’azione più consapevole di severa prevenzione, concreta e costante. A questa si deve affiancare, nell’intera società, un impegno educativo e culturale contro mentalità distorte e una miserabile concezione dei rapporti tra donna e uomo". "Libertà e diritti – ricorda il Capo dello Stato – non sono una conquista irreversibile, ma richiedono un continuo e lungimirante sforzo di tutela, di rinnovamento, di inclusione. Il valore della libertà, l’aspirazione a svilupparla si sono estesi negli anni, grazie anche al ruolo propulsivo delle donne, capaci di portare la loro specifica e concreta sensibilità sui temi dei diritti. Ma tuttora, e in tutto il mondo, la libertà è minacciata da discriminazioni, violenze, disuguaglianze". Anche contro le donne.
Dopo l’ennesimo femminicidio, quello di Marisa Leo, la politica si interroga sul da farsi, riporta sotto i riflettori il numero crescente delle vittime: una ogni tre giorni, 79 dall’inizio dell’anno, calcola il M5s. Che, insieme ad Avs e Pd rilancia la proposta di introdurre l’educazione sentimentale e sessuale a scuola. D’accordo anche l’alleanza Verdi-Sinistra, che per voce della capogruppo alla Camera Luana Zanella, chiede anche di "finanziare progetti per formare tutti coloro che si occupano a vario titolo di violenza sulle donne, dai magistrati alle forze di polizia fino ai medici". Per la Lega parla la senatrice Giulia Bongiorno. Secondo la responsabile giustizia del partito di Salvini "il Codice Rosso non è stato correttamente applicato" ma ora "con l’approvazione della legge sul suo rafforzamento c’è uno strumento in più". Quindi propone di sollevare le donne dall’onere di provare in Aula la violenza subita, "salvo prova contraria". Quanto all’educazione sessuale e sentimentale nelle scuole, apre: "Ok, chiamatela come volete, ma io vado oltre, aggiungo il diritto penale preventivo".
Piccoli segnali, ma nel Palazzo la possibilità di una azione bypartisan resta bassa: prevale la logica di schieramento. Non a caso il Pd che torna ad attaccare la premier Meloni per la sua reazione alle parole del compagno su questo tema. "Le dichiarazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulle affermazioni del compagno Andrea Gianbruno le ho trovate gravi, sono parole pericolose per chi ricopre un incarico istituzionale alto", attacca la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. "Non penso – ha aggiunto – che siano le donne a mettere in condizioni gli stupratori di stuprare. Nessun abbigliamento o birra bevuta, nessuna condizione o atteggiamento della donna giustifica mai la violenza".
Alessandro Farruggia