Venerdì 22 Novembre 2024
MASSIMO SELLERI
Esteri

La guerra in Ucraina Zuppi-Biden, due ore di colloquio E l’inviato del Papa ora vola in Cina

La Santa Sede: dagli Usa piena disponibilità sui corridoi umanitari per i civili e i bimbi deportati. Il capo della Cei consegna al presidente Usa una lettera di Francesco. Prossima tappa Pechino.

La guerra in Ucraina  Zuppi-Biden, due ore di colloquio  E l’inviato del Papa ora vola in Cina

La guerra in Ucraina Zuppi-Biden, due ore di colloquio E l’inviato del Papa ora vola in Cina

di Massimo Selleri

La visita del cardinale Matteo Zuppi al presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha una particolarità. Pur essendo durata due ore non vi sono fotografie dell’incontro, né ufficiali né di quelle ufficiose carpite da qualche telefonino, neppure della lettera scritta da Papa Francesco che il porporato ha consegnato al capo degli Usa. Eppure tutte diplomazie utilizzano sempre la forza delle immagini, anche solo per trasmettere un senso di cordialità e di amicizia, e ci tengono a diffonderle il più possibile. Questo non significa che il dialogo tra chi si muove per conto di Papa Francesco e chi di fatto polarizza tutta la politica del cosiddetto occidente sia stato burrascoso o ricco di tensioni, anzi le indiscrezioni dicono che sia stato molto cordiale e di reciproco interesse e ascolto, ma che sulla guerra in Ucraina le posizioni sono davvero molto distanti, anche se l’inquilino della Casa Bianca si è detto disponibile ad appoggiare alcune iniziative umanitarie, come rivela una nota della Santa Sede.

In sostanza per il Vaticano è indispensabile mettere in dialogo i due Paesi facendo partire una serie di azioni che proteggano i civili dalla violenza del conflitto e riportino i bambini deportati alle loro famiglie, mentre per gli Usa il comportamento della Russia che si riversa anche sui civili dimostra come non sia ancora il tempo per passare ad una fase politica del conflitto, ma che sia ancora necessario battere la via militare. Il comunicato della Casa Bianca è un esercizio di retorica per dire al momento che al momento le due strade restano divise. "Il presidente Biden ha condiviso i suoi desideri per il proseguimento del ministero e della leadership globale di papa Francesco – si legge nella nota – e ha accolto con favore la recente nomina a cardinale di un arcivescovo statunitense. Sono stati anche discussi gli sforzi della Santa Sede nel fornire aiuti umanitari per affrontare le diffuse sofferenze causate dalla continua aggressione della Russia in Ucraina, nonché della difesa del Vaticano per il ritorno dei bambini ucraini deportati con la forza".

Zuppi, e di conseguenza papa Francesco, viaggiano però nella convinzione che le questioni umanitarie non potranno essere sottovalutate ancora per molto ed è per questo che la Santa Sede continua a spingere anche sulla creazione di corridoi umanitari che consentano ai civili di lasciare le zone dove il conflitto è più cruento siano essi russi o ucraini. Ci vorrebbe una tregua, quella che non c’è stata per le feste religiose né cattoliche né ortodosse, con l’attuale situazione che sembra essere quella tipica del serpente che si morde la coda essendo ridotta quasi a zero la fiducia tra i due Paesi.

Dopo Kiev, Mosca e Washington, la prossima tappa potrebbe essere Pechino. Fino a sabato scorso i rapporti con tra il governo cinese e il Vaticano erano tesi, vista la nomina del vescovo di Shanghai da parte delle autorità civili senza la prevista autorizzazione della Santa Sede. Poi sabato papa Francesco ha accolto la decisione di Pechino per stemperare le tensioni e continuare a coltivare il sogno della pace.