KIEV
Il giorno dopo la crisi russa, a Kiev si guarda alla guerra con spirito nuovo, cercando di approfittare del caos tra le file del nemico per contrastarlo a Est. La marcia di Prigozhin verso Mosca, concordano gli osservatori, ha infatti esposto la debolezza intrinseca nel regime di Vladimir Putin e della sua stessa leadership. "La tragicommedia degli ultimi giorni spiega in modo eloquente ai leader di altri Paesi perché l’Ucraina non vede come sia possibile negoziare oggi con la Russia di Putin", ha dichiarato Mikhailo Podolyak, il più ascoltato consigliere del presidente Zelensky. "Con chi possiamo parlare di qualsiasi cosa se l’interlocutore principale ha il potere che gli scivola via dalle mani come sabbia e tutti si stanno pulendo le scarpe col suo comando strategico? I giorni per questa gang – secondo Podolyak – sono ormai contati e in casa non c’è un padrone".
Nelle ore in cui la situazione rischiava di implodere in Russia, le truppe scelte ucraine hanno colto l’occasione per far avanzare la manovra a tenaglia attorno a Bakhmut, ha rivendicato il portavoce del comando Est, Sergyi Cherevaty: "Le forze di difesa stanno prendendo l’iniziativa, continuando le azioni di assalto, pressando il nemico. In un giorno, sono avanzate da 600 a 1.000 metri sui fianchi sud e nord intorno a Bakhmut, dove 186 occupanti sono stati uccisi".
E anche verso sud, nella regione di Zaporizhzhia, sulla direttrice verso Melitopol, Berdyansk e la Crimea, le operazioni del comando sud (Tauria) hanno annunciato la "distruzione di quasi tre compagnie di occupanti". Il quadro che si va formando delle forze nemiche pare avere toni rassicuranti per Kiev: "Le truppe russe hanno scarse provviste, hanno fame, ma a causa della corruzione che permea la vita dei russi, devono acquistare le provviste, scarse, dagli ufficiali con i propri soldi", racconta un prigioniero di guerra, un ucraino di 42 anni arruolato dai filorussi nel Donetsk. Su 96 uomini della sua compagnia di fucilieri solo 20 sono ancora nei ranghi e molti feriti – racconta – muoiono "a causa dell’evacuazione medica mal organizzata".
E secondo la viceministra della Difesa Hanna Malyar, i russi "sono stati coinvolti in questa guerra persa per loro perché ci hanno sottovalutato e non hanno capito la nostra mentalità", oltre ad avere un "sistema autocratico in superficie", al cui interno "regna il caos". Qualcuno evoca potenziali pericoli per Kiev, come il generale britannico Richard Dannatt: l’esilio di Prigozhin e dei suoi mercenari in Bielorussia potrebbe dargli la possibilità di colpire con incursioni o attacchi transfrontalieri proprio sul versante più vicino alla capitale ucraina, già coinvolto nelle prime fasi della guerra.