di Elena Comelli
STOCCOLMA (Svezia)
Ingegneri amanti dell’aurora boreale cercansi. Con qualche anno di ritardo rispetto agli Stati Uniti, decollano anche in Europa gli investimenti nelle gigafactory di batterie al litio e l’azienda europea più attiva nel settore è la svedese Northvolt, che ha già siglato contratti di fornitura per oltre 27 miliardi di dollari con diversi clienti del settore automotive, tra cui Bmw, Scania e Volkswagen. La società svedese, fondata da due ex manager Tesla, Peter Carlsson e Paolo Cerruti, ha realizzato la prima gigafactory europea a Skellefteå, un vecchio centro minerario nel Nord della Svezia, poco sotto il Circolo Polare Artico, e adesso è in cerca di tecnici per mandarla avanti. Ma convincere migliaia di lavoratori specializzati a trasferirsi in un’area depressa, dove il sole resta basso sull’orizzonte da novembre ad aprile, non è un’impresa facile, tanto che per attirare qui la nuova forza lavoro della rivoluzione elettrica si sta tentando di tutto.
I pionieri dell’energia verde, con l’aiuto degli abitanti locali, organizzano attività ludiche e inviti mirati ad accogliere i candidati, per farli sentire a proprio agio e convincerli a unirsi a loro. Ce n’è per tutti i gusti: dalle sessioni di curling ai corsi di alta cucina, passando per eventi di socializzazione di ogni tipo. L’opera più appariscente varata dall’amministrazione locale è il centro culturale Sara, aperto il mese scorso: un edificio in legno, completamente sostenibile e fra più alti del mondo, con due teatri, una galleria d’arte, una biblioteca e un albergo di lusso.
Grazie a questi sforzi, stanno arrivando in città ingegneri e tecnici specializzati da tutto il mondo, dalla Germania agli Stati Uniti, passando per la Gran Bretagna.
Ma la gigafactory di Northvolt è solo la più avanzata di una serie di megaprogetti industriali verdi che stanno sorgendo all’estremo Nord della Svezia, attirati dall’energia idroelettrica a basso costo, da vasti territori a disposizione e dai finanziamenti dal Green Deal europeo. Impianti siderurgici senza emissioni di carbonio, stabilimenti di produzione di idrogeno verde e di ammoniaca da fonti rinnovabili stanno facendo rinascere antiche regioni minerarie ormai abbandonate. Il governo svedese stima che i nuovi progetti creeranno complessivamente almeno 100.000 nuovi posti di lavoro e le autorità locali ormai si considerano il nuovo Klondike, come ai tempi della corsa all’oro in Alaska.