Giovedì 18 Aprile 2024

La giustizia Usa contro Google: "È monopolio"

Azione antitrust, nel mirino il gigante della Silicon Valley: "Soffoca la concorrenza". Nel 1998 toccò a Microsoft che poi patteggiò

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di Elena G. Polidori

Il governo americano fa causa a Google per la sua posizione di monopolio. Ieri il Dipartimento alla Giustizia Usa ha avviato una causa antitrust contro "Big G" al termine di un’indagine durata oltre un anno. L’accusa ipotizzata è quella di condotta anti-concorrenziale per mantenere la posizione di monopolio nei motori di ricerca e nella pubblicità digitale. Un’azione che è destinata ad aprire una guerra legale tra Washington e il colosso della Silicon Valley e rappresenta la maggiore azione antitrust dal 1998 quando il governo si mosse contro Microsoft che, dopo anni, patteggiò.

I documenti depositati dal Dipartimento mostrano che all’azione antitrust contro Google hanno aderito anche 11 Stati americani. Tra le ipotesi a cui lavora il Dipartimento potrebbe esserci anche la richiesta a Google di cedere il browser Chrome. La notizia era nell’aria, indiscrezioni circolavano già da alcune settimane. Quattro giorni fa si era saputo che Google aveva assoldato due importanti studi legali specializzati in cause antitrust, perché è noto che riuscire a dimostrare comportamenti monopolistici a carico dei colossi del web è particolarmente complesso poiché molti dei servizi sono formalmente offerti a titolo gratuito, sebbene poi consentano di raccogliere immense quantità di dati sensibili sugli utenti, per fini pubblicitari.

La mossa dell’Antitrust, che Google considera "profondamente sbagliata", arriva due settimane dopo la presentazione di di un lungo rapporto messo a punto dal Congresso statunitense sulle posizioni dominanti e gli abusi dei quattro colossi, oltre a Google anche Amazon, Apple e Facebook. In sostanza i quattro ’giganti’ hanno ormai raggiunto dimensioni tali da essere in grado di stroncare sul nascere qualsiasi forma di concorrenza. O attraverso acquisizioni o con metodi più subdoli. Per questo nel rapporto si auspicavano interventi correttivi da parte delle autorità e dunque l’avvio di un’azione contro Google è pressoché certa. I dubbi riguardavano semmai le tempistiche con la possibilità che tutto potesse slittare a dopo le elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre.

La causa si occuperà anche degli accordi commerciali del sistema operativo Android, di proprietà di Google, che prevedono appunto che il motore di ricerca sia pre-caricato e non possa essere eliminato dai telefoni cellulari; forse anche per questo, l’80% delle ricerche su internet negli Stati Uniti – ma anche altrove – passano da Google.

Come si ricorderà, infatti, l’autorità Antitrust dell’Ue ha avviato in passato tre procedimenti antitrust contro Google che hanno portato a multe complessive per circa 9 miliardi di dollari che però, al di là delle sanzioni, non sembrano aver inciso particolarmente sulle attività della società californiana; potrebbero infatti volerci anni prima che una corte federale stabilisca se Google ha violato o meno le leggi antitrust e, se lo ha fatto, quale potrebbe essere la giusta punizione.

Sul fronte politico da mettere in evidenza le parole del ministro della Giustizia William Barr (da mesi in pressing sui suoi uomini per l’avvio dell’azione legale) che assicura: l’iniziativa non ha nulla a che fare con i timori di faziosità delle aziende tecnologiche, accusate di sfavorire la destra limitandone in qualche modo la libertà d’espressione.