Martedì 21 Gennaio 2025
GUIDO BANDERA
Cronaca

La giustizia-lampo è con il copia e incolla. Il verdetto arriva prima del processo

Venezia, grande sconcerto alla Corte d’Appello: gli avvocati ricevono la sentenza ma il dibattimento non c’è stato. Il Csm chiede l’apertura di una pratica. Il ministro Bonafede ha già spedito gli ispettori per "accertamenti preliminari"

Questa volta nessuno potrà accusarla di essere lenta. La Corte d’Appello di Venezia spedisce le sentenze addirittura tre giorni prima di discutere il caso in aula. Tempi record, e tutto con mezzi modernissimi: via posta elettronica certificata, direttamente nella casella dell’avvocato. Il quale, neanche a dirlo, si vede respingere il ricorso. Ma quel che si guadagna in velocità si perde in fantasia: il testo della motivazione, infatti, è identico a quello di un’altra decisione di quattro anni fa. Brutalmente detto: copia e incolla. Così le acque placide davanti all’austero Palazzo Grimani, sul Canal Grande, si increspano di tempestose polemiche.

È il 6 luglio quando il ‘clic’ di una manina anonima consegna il file alle parti di un procedimento seguito dalla prima sezione penale presieduta dall’ex componente del Csm Luisa Napolitano, con il collega Giulio Borella a fare da relatore. E cosa sia successo lo dice, sconcertato più che indignato, l’avvocato Renzo Fogliata, presidente della Camera penale veneta. "Durante l’udienza, anziché l’usuale relazione scritta era stato fornito alle difese l’ordito motivazionale, comprensivo del dispositivo". Tradotto: invece del riassunto dei fatti che serve poi per discutere, a tutti era arrivata direttamente la sentenza. Scritta e del tutto contraria alle tesi della difesa. "E le cause del rigetto sono ricavate direttamente da quelle di un processo finito nell’ottobre 2016", prosegue Fogliata. "Abbiamo scritto denunciando la gravità dei fatti alla presidenza della Corte d’Appello e alla Procura generale. Ora vogliamo le copie di tutte le decisioni già prese". Perché il sospetto, neppure tanto velato, è che la trovata dei provvedimenti-fotocopia non sia una novità.

Il ruolo del pompiere che non riesce a domare l’incendio tocca alla presidente Ines Marini, che parla di "semplici schemi", di una normale "prassi operativa del tutto legittima". Insomma, "una bozza di decisione scritta dal relatore su uno schema del Consiglio superiore della magistratura, come consentito dalla Cassazione". "Noi quella direttiva del Csm non l’abbiamo trovata – replica duro l’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali italiane -. E dubito che una regola amministrativa possa cancellare il processo e il dibattimento. Quello che è avvenuto è di una gravità che si commenta da sé: per velocizzare la giustizia si rinuncia a farla". Un altro togato veneziano, Carlo Citterio, ha rivendicato invece l’uso degli "schemi precompilati", come un mezzo che non pregiudica l’imparzialità, ma aiuta nel lavoro.

"Una reazione allarmante", per Caiazza. "Allora non è stato un semplice errore, ma la rivelazione di un sistema che forse non è in uso solo qui. In quel testo che prevedeva già in automatico le spese processuali a favore delle parti civili – aggiunge – , per ulteriore paradosso c’era anche la data di deposito a trenta giorni della sentenza, che invece era già scritta. Così si sfiora il falso. Quello che mi domando è: se è un metodo innocente e legittimo, come dicono i giudici, perché si finge di dover aspettare un mese per consegnare motivazioni già pronte? Se la magistratura ritiene che servano tempi più celeri, bene, si faccia una riforma. Ma finché la legge c’è...". Dalla Serenissima la maretta si riverbera a Roma e scuote anche gli uffici di Palazzo dei Marescialli, dove i componenti laici del Csm Stefano Cavanna (Lega) e Alberto Benedetti (M5s) chiedono l’apertura di una pratica. E l’onda lunga del caso obbliga a muoversi anche il Ministero. Da via Arenula fanno sapere che il guardasigilli Alfonso Bonafede ha già spedito a Venezia gli ispettori per “accertamenti preliminari”. Intanto al muro della sfiducia fra cittadini e giustizia già si aggiunge un nuovo pesante mattone.