Lunedì 16 Dicembre 2024
NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

La furia dell’alluvione. Disastro Emilia-Romagna. Più di mille evacuati, due dispersi nei crolli

Interi paesi sommersi nel Ravennate. Fiumi esondati, persone in fuga sui tetti. Caduti 450 millimetri d’acqua in 48 ore. Allagamenti e frane anche ad Ancona.

La furia dell’alluvione. Disastro Emilia-Romagna. Più di mille evacuati, due dispersi nei crolli

Interi paesi sommersi nel Ravennate. Fiumi esondati, persone in fuga sui tetti. Caduti 450 millimetri d’acqua in 48 ore. Allagamenti e frane anche ad Ancona.

Sono bastate 48 ore per ripiombare nell’incubo. Quarantott’ore per tornare indietro di 15 mesi. Alla furia dell’acqua. Alle case e alle strade franate. Alle persone costrette a lasciare le case, senza guardarsi indietro. Due giorni di pioggia hanno rimesso in ginocchio l’Emilia-Romagna, colpendo le stesse zone massacrate a maggio 2023. Oggi sono mille gli sfollati, 634 solo nel Ravennate, dove il ciclone Boris ha gonfiato le acque del Lamone fino a farlo esplodere oltre gli argini, replicando quel terrore già vissuto. E l’angoscia, ora, è per due persone disperse proprio qui: a Traversara di Bagnacavallo dove, stando a chi ha dato l’allarme – un tecnico di un consorzio di bonifica – dopo il crollo della casa dove si trovavano i due dispersi sarebbero stati portate via, assieme a cemento e detriti, dall’acqua.

Non si hanno notizie sulla loro identità; i corpi non sono stati trovati. E le ricerche sono complesse: lo stato dei luoghi impedisce di procedere casa per casa, in una zona che già da mercoledì era stata evacuata per ordine del sindaco Matteo Giacomoni. L’elicottero HH1139 dell’Aeronautica militare, messo a disposizione dal ministero della Difesa, è impegnato in questa corsa contro il tempo. Un’angoscia a cui si aggiunge la preoccupazione per lo stato dei ponti di Boncellino e Alfonsine, con la tenuta degli argini a rischio a causa del massiccio accumulo di tronchi e detriti. E se nel Ravennate la popolazione, che si è rifugiata sui tetti, è stata evacuata con barchini ed elicotteri, non è molto migliore la situazione del Bolognese e nell’Imolese. A Budrio il torrente Idice ha rotto gli argini a un centinaio di metri dal punto in cui era esondato lo scorso anno, nei pressi del ponte della Motta, che nel ’23 era crollato. A Molinella l’acqua ha sfiorato Selva Malvezzi; a Sant’Antonio di Medicina non ha colpito l’abitato, ma allagato case a ridosso del canale. E la rabbia è tanta anche a Botteghino di Zocca, a Pianoro, dove gli abitanti hanno rivissuto lo stesso terrore di un anno e mezzo fa. C’è chi ha visto morire, impotente, i propri cani e gatti. Anche nel Forlivese, che nel 2023 pagò il prezzo più alto all’alluvione, la paura è tanta: la situazione più grave a Modigliana, piccolo Comune dell’Appennino già colpito da frane e smottamenti un anno fa. La differenza, rispetto a 15 mesi fa, la fanno i grandi centri: Ravenna, Cesena e Forlì, questa volta, sono state risparmiate, mentre a Lugo l’acqua ha lambito l’ospedale. Infine, nel Ferrarese, a Cento, c’è stata una tromba d’aria.

E se nel pomeriggio la pioggia, che aveva raggiunto, in alcune zone, i 350 millimetri, ha allentato (per oggi in regione l’allerta per le precipitazioni è verde) resta alto l’allarme per il rischio idrogeologico (rosso) e idraulico (arancione), "per le frane che potrebbero staccarsi sull’Appennino e in collina e per le piene dei fiumi, che si spostano a valle", come ha spiegato la vice presidente dell’Emilia-Romagna Irene Priolo, affiancata dal capo della Protezione civile Fabio Ciciliano. Oggi nel Ravennate le scuole rimarranno chiuse; nel resto della regione, salvo eccezioni a discrezione dei sindaci, le lezioni riprenderanno.

Nelle Marche, i problemi più gravi si sono registrati nell’Anconetano, dove l’Aspio è straripato, allagando le strade nella zona commerciale della città. A Castelferretti, frazione di Falconara, sono state evacuate diverse persone. Sul fronte trasporti e viabilità, resta sospesa la linea ferroviaria tra Castel Bolognese e Ravenna, mentre oggi dovrebbe essere riattivata la circolazione sulla Ferrara-Ravenna. Cento i tecnici di Rfi al lavoro; altrettanti quelli impiegati da Autostrade in A14, dove restano chiusi gli svincoli di Lugo e Cotignola sulla diramazione per Ravenna. Oltre duecento gli interventi dei vigili del fuoco; altrettanti quelli di carabinieri e polizia; 100 i volontari di Protezione civile impegnati in queste ore. Con un solo obiettivo: restituire serenità a una popolazione piegata.