Mercoledì 2 Ottobre 2024
ANDREA GIANNI
Cronaca

La faida dei capi ultrà: "Il clan mi voleva morto". E uccise il rivale a coltellate

Le parole di Beretta dal carcere sul delitto Bellocco. Ipotesi scorta per il pm dell’inchiesta

La faida dei capi ultrà: "Il clan mi voleva morto". E uccise il rivale a coltellate

Andrea Beretta, a sinistra, con Antonio Bellocco in una partita di calcetto

e Nicola Palma

Mors tua vita mea. Andrea Beretta sapeva che Antonio Bellocco voleva assassinarlo e l’ha anticipato accoltellandolo a morte. Che ’Berro‘, storico capo ultrà della Nord interista, fosse venuto a conoscenza del piano killer del suo alter ego al secondo anello verde era già emerso nelle ore successive al delitto, quando il 49enne aveva detto a pm e carabinieri che qualcuno lo aveva messo in guardia su un’imminente imboscata. Ora, però, gli atti dell’inchiesta della Squadra mobile che lunedì ha smantellato i direttivi del tifo organizzato rossonerazzurro raccontano ulteriori dettagli sullo scontro tra i ras della Curva interista: Bellocco voleva attirare il rivale in trappola, narcotizzarlo, portarlo in un luogo isolato, sparargli e seppellire il cadavere.

I due si conoscono nel novembre 2022: Beretta ha appena ereditato il potere a San Siro dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi; Bellocco sta per trasferirsi in Lombardia dopo aver scontato 9 anni per associazione mafiosa. I due si prendono lo scettro e lo condividono col frontman Marco Ferdico, costituendo un triumvirato che si spartisce in parti uguali i guadagni illeciti; Bellocco sarà l’argine mafioso contro gli appetiti di altri clan calabresi. Dopo qualche mese, però, ’Totò u Nanu‘ inizia a sospettare che ’Berro‘ nasconda parte degli incassi, soprattutto quelli garantiti dalla vendita di gadget e capi d’abbigliamento col marchio della curva. Nel frattempo, altro particolare inedito che emerge dalle carte, qualcuno recapita una lettera minatoria a Bellocco il 21 novembre 2023: il sospetto è che la missiva provenga da qualche esponente di clan di Limbadi, Africo o Platì, i cui tentativi di penetrazione negli affari sporchi erano stati respinti in precedenza. E arriviamo gli ultimi mesi: Bellocco e Ferdico, nell’idea di Beretta, vogliono prendersi tutto il merchandising e aprire un negozio in via Casoretto a Milano. Il 23 luglio, ’Berro‘ viene convocato a casa del 36enne, a Pioltello: ad attenderlo ci sono due uomini di fiducia dei Bellocco. Beretta entra alle 14.25 ed esce alle 15.10. Cos’è successo in quei 45 minuti? Lui racconterà agli inquirenti di essere stato apertamente minacciato nei box dello stabile. E arriviamo alla mattina del 4 settembre. Beretta e Bellocco escono insieme dalla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio. In apparenza sembra tutto tranquillo, ma Beretta sa da giorni che Bellocco vuole farlo fuori, informato da qualcuno che era a conoscenza dei preparativi dell’agguato. Per questo, va in giro con una pistola con matricola abrasa e un coltello. Quando ne chiede conto a Bellocco, l’altro, a suo dire, gli risponde: "Sì, ammazziamo te e tutta la tua famiglia". ’Berro‘ reagisce subito: tira fuori l’arma, ma l’altro riesce a strappargliela e a colpirlo all’anca; il 49enne gli salta addosso e lo accoltella 11 volte tra cuore e gola. La settimana prossima ci sarà una riunione in prefettura per valutare la proposta di assegnare la scorta al pm co-titolare dell’indagine Paolo Storari.