di Nicola Palma
Una crisi cardiaca poi superata. E il serio rischio di una paralisi. Si aggravano, stando a quanto riferito dal suo legale, le condizioni di salute di Alfredo Cospito, che lunedì ha completato il quinto mese di sciopero della fame contro il regime del 41 bis a cui è sottoposto dal 4 maggio 2022. Ieri, ha reso noto l’avvocato Flavio Rossi Albertini, l’anarchico, ricoverato nel reparto di medicina protetta dell’ospedale San Paolo di Milano, "ha avvertito un dolore al petto e un tremore a una mano: ha allertato la guardia e dopo dieci minuti è arrivato il medico urlando e dicendo che stava morendo. Dal monitoraggio del cuore hanno visto che c’era un problema: gli hanno immediatamente somministrato del potassio in vena. Ha avuto una crisi cardiaca, poi la situazione si è stabilizzata". In serata, però, altre fonti hanno ridimensionato la gravità della situazione, parlando di condizioni "non allarmanti".
A riprova del quadro clinico compromesso, il legale ha reso noto anche il risultato di un esame a cui Cospito è stato sottoposto quarantotto ore fa: "I medici dicono che rischia la paralisi per tutta la vita. E danni irreversibili potrebbero essere già intervenuti: non è detto che recuperi la funzionalità che aveva prima". Già una settimana fa, il medico della difesa che lo visita periodicamente aveva parlato di "condizioni nutrizionali" in fase di progressivo peggioramento, esprimendo preoccupazione per i possibili "danni irreversibili" provocati dal lungo periodo trascorso senza assumere cibo.
E negli ultimi giorni, sempre stando al suo legale, Cospito avrebbe evidenziato pure difficoltà nel camminare, a causa di un problema al piede generato dalla carenza di vitamine. Venerdì scorso, il cinquantacinquenne – già condannato a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione dell’ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi avvenuta a Genova il 7 maggio 2012 e in attesa di giudizio definitivo per l’attentato alla Scuola allievi carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006 (rischia l’ergastolo per strage contro la sicurezza dello Stato) – aveva deciso di riprendere l’assunzione degli integratori (in particolare il complesso B e un multivitaminico completo) per arrivare lucido all’appuntamento di dopodomani, quando al Tribunale di sorveglianza di Milano verrà discussa l’istanza presentata dal suo avvocato di differimento pena per motivi di salute, nella forma della detenzione domiciliare a casa della sorella.
L’eventuale accoglimento della richiesta da parte dei magistrati porterebbe di fatto a una sospensione del regime del carcere duro contro cui Cospito sta digiunando dal 20 ottobre. Trasferito dal penitenziario sassarese di Bancali a quello milanese di Opera il 30 gennaio, l’anarchico è stato ricoverato per dodici giorni nel padiglione che ospita il Servizio assistenza intensificata (Sai). Poi l’11 febbraio, negli stessi minuti in cui a Milano andava in scena un corteo a suo sostegno culminato con scontri con la polizia, il cinquantacinquenne è stato spostato al San Paolo, per via dell’aggravamento delle condizioni di salute causato dall’interruzione degli integratori. Il 27 febbraio, è stato disposto il ritorno a Opera, a tre giorni dal verdetto della Corte di Cassazione che ha respinto la richiesta di revoca del 41 bis, ma il 6 marzo, su indicazione dei medici dei Sai, Cospito ha fatto nuovamente il percorso inverso, finendo per la seconda volta al San Paolo. In una lettera, scritta a gennaio ma resa nota a inizio marzo, l’anarchico ha scritto di essere "pronto a morire per far conoscere al mondo cos’è veramente il 41 bis" e di essere "convinto che la mia morte porrà un intoppo a questo regime (il carcere duro, ndr) e e che i 750 che lo subiscono da decenni possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto".