di Ettore Maria Colombo
ROMA
Mentre Bonaccini difende la sua storia ("Non ho mai rottamato, ho sempre unito") e quella del Pd ("Chi ci vuole la copia del M5s o del Terzo Polo passi con loro"), oltre a rafforzare la sua mozione con nuovi innesti pescati in campo altrui (al suo fianco ci sarà la europarlamentare dem Pina Picierno, donna e del Sud, ex Area Franceschini); mentre Elly Schlein completa l’organigramma (dopo Francesco Boccia, a coordinare la mozione, ecco Antonio Misiani, a lavorare sul programma), ma soprattutto inizia a mietere consensi tra gli iscritti anche in terre bonacciniane (boom di consensi a Bologna); mentre Paola De Micheli si dà da fare come una matta: gira l’Italia e, pur priva di nomi altisonanti, cerca di evitare il ruolo di terza incomoda, già predestinata alla sconfitta; ecco, mentre succede tutto questo e il congresso sembrava già avviato a essere una corsa a tre, la notizia del giorno è la candidatura del quarto, di incomodo, Gianni Cuperlo.
L’ex presidente dem paventa "il rischio di una deriva greca o francese del Pd e sospirando dice: "Devo farlo (candidarsi, ndr) anche se la ragione me lo sconsiglia". Per Cuperlo "è in discussione l’esistenza stessa del partito, i 6 milioni di voti persi dal 2008 ad oggi" per poi aggiungere: "Ci sarò con umiltà, nella chiarezza delle idee, fuori dai trasformismi che hanno impoverito l’anima della sinistra". Solo che, appunto, gli altri tre candidati, in campo da mesi, godono di ben altra forza. Cuperlo, cioè, arriva buon ultimo e non ha correnti o aree organizzate alle spalle, se non il favore di una ‘mente’ come Goffredo Bettini e pezzi di sinistra dem che ora andranno su di lui.
Ma chi è Cuperlo? Triestino doc, classe 1961, è stato l’ultimo segretario della Federazione dei Giovani comunisti italiani (Fgci) ai tempi del Pci che fu, di cui guidò la trasformazione in Sinistra giovanile dell’allora Partito democratico della sinistra.
Deputato in carica appena rientrato (dopo esserlo stato per tre legislature), è stato presidente del Partito democratico fra il 2013 e il 2014 dopo aver perso alle primarie che portarono Matteo Renzi alla segreteria del partito. Fu sconfitto in modo onorevole, sfiorando il 40%. Fondò, allora, una corrente, Sinistra dem, poi estintasi. Rischia, come la De Micheli, di essere escluso dal giro finale, le primarie aperte, e di dover decidere, per allora, quale dei due big in campo appoggiare. C’è chi dice che De Micheli potrebbe scegliere la Schlein, e Cuperlo, invece, prediligere Bonaccini.