Venerdì 9 Agosto 2024
NINA FABRIZIO
Cronaca

La Chiesa e il fine vita. Ora il Vaticano apre:: "Nutrizione artificiale, si valuti caso per caso"

Il documento-vademecum della Pontificia Accademia ribadisce il suo no all’eutanasia e difende le cure palliative "Ma è possibile sospendere alimentazione e idratazione artificiali".

La Chiesa e il fine vita. Ora il Vaticano apre:: "Nutrizione artificiale, si valuti caso per caso"

Papa Francesco, 87 anni, è il 266° pontefice della Chiesa cattolica

Sono spiragli. Ma che mostrano una sensibilità diversa e soprattutto la volontà di dialogare con tutte le anime della società, "in un contesto pluralista e democratico" che è quello dove si formano le leggi. Parla di "spazio per una mediazione legislativa" sul suicidio assistito e di nutrizione e idratazione artificiali come trattamenti "medico-sanitari e non semplici cibo e acqua" da valutare caso per caso, il nuovo testo emanato dalla Pontificia Accademia per la Vita, il “ministero” vaticano per la Bioetica. Vergato come glossario-vademecum, sorta di bussola per districarsi nelle acque sempre perigliose e non facilmente accessibili della bioetica, il “Piccolo lessico del fine vita“ è stato consegnato ieri dal presidente della Pav, monsignor Vincenzo Paglia, a papa Francesco in una udienza da cui Paglia è uscito "incoraggiato" da Bergoglio "a proseguire". Il testo ripropone un rifiuto netto dell’eutanasia e dell’accanimento terapeutico, il rilancio delle cure palliative ("non sono la medicina della rassegnazione") e delle Disposizioni anticipate di trattamento, le Dat, offrendo persino un modulo fac-simile. Sulla terapia del dolore si avverte che "è smentita una visione che celebra il dolore come strumento di redenzione, erroneamente sostenuta nella tradizione cristiana".

Ma sono soprattutto due i punti destinati a entrare nel dibattito, quello sul suicidio assistito e quello sulla nutrizione e idratazione artificiali che possono essere sospese. Sul primo, la premessa, è che "la posizione del Magistero della Chiesa ha sempre sostenuto l’illiceità morale dell’eutanasia" e "su questa base alcuni ritengono che occorra opporsi anche a qualunque soluzione legislativa che ammetta l’assistenza al suicidio". E tuttavia, "possono emergere ragioni per interrogarsi se, in determinate circostanze, possano ammettersi mediazioni sul piano giuridico in una società pluralista e democratica, in cui anche i credenti sono chiamati a partecipare alla ricerca del bene comune che la legge intende promuovere".

Il testo rimanda esplicitamente alla "situazione italiana", dove "non si può ignorare l’ultima sentenza della Corte costituzionale" che spinge il Parlamento a colmare la lacuna legislativa. Se mancherà l’apporto dei cattolici, dice in sostanza la Pav, da un lato ci sarà il rischio di "un esito più permissivo", ma dall’altro "di alimentare la spinta a sottrarsi al compito di partecipare alla maturazione di un ethos condiviso". Insomma, "contribuire a individuare un punto di mediazione accettabile fra posizioni differenti è un modo per favorire un consolidamento della coesione sociale".

Più netto poi il testo su nutrizione e idratazione artificiali: "In effetti, quanto viene inserito nell’organismo è preparato in laboratorio e somministrato attraverso dispositivi tecnici, su prescrizione e tramite intervento medico. Non si tratta pertanto di semplici procedure assistenziali e il medico è tenuto a rispettare la volontà del paziente che le rifiuti". Sarebbe inoltre errata una "concezione riduttiva della malattia" intesa come alterazione di una particolare funzione dell’organismo, perdendo di vista "la globalità della persona". Inoltre, conclude il Lessico, il disagio fisico del paziente "evoca il criterio della proporzionalità dei trattamenti" per cui le cure vanno "declinate con discernimento nei casi concreti". Nessuno mai uguale a un altro.