Mercoledì 30 Ottobre 2024
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

La 13enne morta. Fidanzatino in carcere: "L’ha spinta dal balcone"

Piacenza, il 15enne (già indagato) fermato con l’accusa di omicidio "Lui la picchiava". La famiglia della vittima porta i certificati alla procura.

La 13enne morta. Fidanzatino in carcere: "L’ha spinta dal balcone"

Aurora, morta a 13 anni: precipitata da un balcone dall’altezza di 8 metri

Fermato il fidanzatino 15enne. Brusca accelerazione nell’inchiesta sulla 13enne di Piacenza – nome di battesimo Aurora – precipitata venerdì mattina dal terrazzo condominiale: lui e lei insieme. Nessun testimone, nessuna telecamera. Lei si schianta 8 metri più in basso e lui dà l’allarme. "Io non c’entro, è caduta da sola", la versione offerta agli inquirenti che nella stessa giornata lo interrogano, non gli credono e lo indagano ufficialmente per "omicidio volontario". Un giorno intero a rispondere in caserma, due a piede libero poi la svolta (gradita, in certo senso invocata, dalla famiglia della vittima). A prelevare il giovane a casa, ieri pomeriggio, e ad accompagnarlo in un istituto minorile – in attesa dell’udienza di convalida del provvedimento – sono i carabinieri del nucleo investigativo provinciale per ordine della procura dei minori di Bologna. Al di là della specifica motivazione, che sarà vagliata dal giudice, il decreto restrittivo illumina la chiara prospettiva di chi indaga: la pista del baby femminicidio prende tutta la scena, suicidio e caduta accidentale appaiono solo ipotesi residuali.

Troppe tracce di comportamenti ossessivi. Avvalorati dalle chat della vittima con la sorella e dalle altre testimonianze sin qui raccolte, gli atti di gelosia compiuti dal 15enne nella relazione adolescenziale finita con uno schianto mortale delineano un quadro assurdo, specie considerando l’età dei protagonisti. E la memoria annunciata dall’avvocato Lorenza Dordoni, legale di fiducia della famiglia in lutto, esplicita altri potenziali addebiti a carico del sospetto assassino. In almeno un’occasione avrebbe addirittura picchiato Aurora. "Ci sono anche certificati medici, che saranno prodotti e vagliati dal pm, l’unico titolato a formulare concrete ipotesi di reato", anticipa l’avvocato Dordoni, ovviamente senza contraddittorio. E così Ettore Maini, legale del fermato, ricorda che per il suo assistito deve valere la presunzione di innocenza.

L’auspicio degli inquirenti è che l’esame autoptico affidato al professor Giovanni Cecchetto – cominciato ieri pomeriggio a Pavia alla presenza dei periti di parte – offra elementi insindacabili. La possibilità di integrare il team con l’intervento di genetisti e tossicologi risponde a questa esigenza. L’autopsia dirà se c’è stata una colluttazione, un trascinamento, un’aggressione. Se ci sono le cosiddette "lesioni da difesa", se ci sono tracce di Dna sotto le unghie o in generale se esistono altri elementi probatori. Nell’attesa, gli investigatori proseguono lo screening degli smartphone e dei profili social di Aurora e del presunto killer dai quali potrebbero emergere altri spunti preziosi.

Intanto la gioventù piacentina appare duramente colpita. Ieri mattina al liceo Colombini, la scuola frequentata dalla vittima, tutti gli allievi e le allieve si sono spontaneamente riuniti all’aperto per un momento di raccoglimento e autocoscienza. Fiori, palloncini bianchi, candele, biglietti. Il classico minuto di silenzio. E poi un grande applauso tra lacrime e abbracci.