Roma, 8 agosto 2023 – Incendi: l’Italia brucia, dalla Sardegna alla Calabria. E si scopre che c'è la mano dell'uomo anche dietro il gigantesco rogo tra Posada e Siniscola, sulla costa centro orientale dell’isola, che domenica scorsa ha incenerito 700 ettari di territorio.
I cacciatori di piromani lo sanno bene, nel 98% dei casi la causa è l'uomo, colpa o dolo.
Gianfilippo Micillo, dirigente servizio anti incendi boschivi dei vigili del fuoco, ex forestale, queste statistiche le conosce a memoria. Naturalmente non ha compiti di repressione, “quella spetta alle forze dell’ordine”. Però è un profondo conoscitore di cause e motivazioni. “Un incendio su due –premette – è collegato alla disattenzione o a pratiche agricole sbagliate. Il resto si spiega con una sola parola: incendiari”.
Che differenza c’è tra piromani e incendiari?
“Il piromane è una persona malata. L'incendiario usa il fuoco per i motivi più svariati”.
Chi sono gli incendiari e perché agiscono?
“Se guardiamo le statistiche, sicuramente il fuoco è considerato come uno strumento di vendetta, di rivalsa contro gli altri. Anche perché fa molti danni in poco tempo. Poi ci possono essere ad esempio gesti di rabbia contro le autorità. Capita dopo una multa. Altri roghi sono legati all’attività venatoria, per spostare la selvaggina, o a quella pastorale”.
Il ministro Nordio ha annunciato pene più severe
"Bisognerebbe soprattutto agire sulle cause. La legge quadro sugli incendi boschivi, la 353 del 2000, ha cercato di capire questo e di spuntare gli interessi degli incendiari”.
Chi sono gli incendiari più pericolosi?
“Quelli che usano inneschi con una partenza ritardata, veri e propri timer che mettono in pericolo anche la vita di chi va a spegnere i roghi”.