Sabato 28 Dicembre 2024
STEFANO BROGIONI
Cronaca

Kata, una famiglia sotto la lente. Al setaccio le sim dei genitori. I pm e la pista della vendetta

Copiate le memorie degli smartphone del padre e della madre di Kataleya, non indagati La ’guerra delle stanze’ nell’ex Astor fa da sfondo all’ipotesi del sequestro per estorsione

La pm Christine Von Borries durante il sopralluogo all’interno dell’ex hotel Astor

Firenze, 6 agosto 2023 – Il sequestro dei loro telefoni. E poi ore e ore in caserma, dai carabinieri di Borgo Ognissanti, cuore nevralgico di un’indagine che da quasi due mesi sta impegnando la crema investigativa d’Italia.

Qual è la posizione dei genitori di Kata, perquisiti pure loro, ieri mattina, come altri parenti delle famiglie Alvarez, sponda materna, e Chicllo, il casato paterno? Ieri, per l’ennesima volta, hanno passato la giornata a tu per tu con gli inquirenti. In qualità di "terzi non indagati", come aveva premesso di buon mattino una robusta nota che il procuratore aggiunto Luca Tescaroli ha dato mandato di diffondere, mentre la polizia s’occupava del racket delle stanze nell’albergo occupato. Qui, dove l’illegalità è sfociata in ricatti, estorsioni, minacce, lesioni e anche un tentativo di omicidio, è germinata anche la misteriosa scomparsa della piccola di cinque anni, inghiottita nel nulla dopo la sua ultima immagine delle 15.13 di sabato 10 giugno, intenta a scendere le scale dell’edificio che è stata la casa di un centinaio di adulti e una trentina di bambini. Ma ieri, mamma Katherine e babbo Miguel Angel, dai carabinieri sono rimasti davvero tanto. Lunghe, sì, sono state le operazioni di copia dei dati e delle memorie dei loro smartphone. Tanto che papà, nel primo pomeriggio, è uscito con il figlio maggiore per prendere i panini.

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Ne ha approfittato per un appello: "Non perdo le speranze, devono far girare ancora la sua foto e l’annuncio". E sullo zio Abel arrestato: "Non so cosa pensare, è collegato ad altri fatti". Concetto che anche Elisa Baldocci, difensore dello zio che aveva in custodia Kata il pomeriggio della scomparsa, ribadisce: "Tengo a precisare che si tratta di un procedimento penale diverso da quello aperto per la scomparsa della piccola Kata. Gli indagati forniranno quanto prima la loro versione dei fatti al gip". Però, proprio da quei telefoni e dai risultati di una perquisizione effettuata nell’alloggio che il Comune ha concesso agli Alvarez/Chicllo, i pm Luca Tescaroli, Christine Von Borries e Giuseppe Ledda proveranno a cercare quel qualcosa che manca per avvicinarsi alla verità su Kata. Oppure per diradare la nebbia che, inevitabilmente, avvolge pure la famiglia della piccola. Perché certi atteggiamenti, tipo il tentativo di suicidio, anche se poco convinto, di entrambi i genitori a poche ore dalla notizia della sparizione della piccina, qualche dubbio l’hanno sollevato.

Le violenze per gestire l’occupazione, cristallizzate nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita ieri, descrivono un contesto esplosivo, però manca ancora quel nesso tra le richieste di pizzo per occupare una camera (sarebbe stato imposto un balzello anche soltanto per entrare a far visita a un parente, secondo quanto ricostruito dalle indagini sul ’racket’) e il misterioso rapimento della bambina. Però qualcuno, dentro quelle mura, potrebbe aver visto o sapere. Oppure essere il responsabile. La fase due dell’indagine è appena cominciata.