Lunedì 10 Febbraio 2025
NICOLA PALMA
Cronaca

Omicidio di Jhoanna Nataly, il telefono spento alle 4.39 e la Punto sulla Statale 11: tutti i movimenti del killer

La ricostruzione degli inquirenti: così è stato incastrato l’assassino di Jhoanna. Le bugie ai carabinieri: “Si è trasferita da una settimana, prendiamo il Rivotril”. Il percorso in auto di 42 minuti per disfarsi del cadavere. “Buttato in un fosso”

L’uscita di casa di Rivas all’1.52. In basso nel tondo: l’uomo trascina il borsone

L’uscita di casa di Rivas all’1.52. In basso nel tondo: l’uomo trascina il borsone

Milano – Ore 10.26 del 28 gennaio, i carabinieri della stazione Greco Milanese si presentano a casa di Jhoanna Nataly Quintanilla Valle. Ad allertarli è stata la telefonata di una cardiologa del Sacco, che ha assunto la quarantenne salvadoregna come baby-sitter e che da 48 ore non riesce a mettersi in contatto con lei: l’ultima volta che l’ha sentita, nel tardo pomeriggio del 24, le ha detto che avrebbe riportato appena possibile i guanti di uno dei bambini che accudiva. Poi il silenzio. I militari entrano nel monolocale al piano terra di piazza dei Daini 4/2 dall’unico ingresso censito: il convivente Pablo Heriberto Gonzalez Rivas mette distanza tra sé e Jhoanna, definendosi amico e coinquilino, e spiega che la quarantenne si è “trasferita in un luogo a lui sconosciuto da una settimana”; poi aggiunge, senza che nessuno glielo chieda, che entrambi assumono “il farmaco Rivotril”, medicinale a base di benzodiazepine.

Quando i carabinieri chiedono al quarantottenne di mostrare le chat con la connazionale, scoprono che non esistono: sono state cancellate. La baby-sitter salvadoregna è già morta da quattro giorni, ma Rivas ne aspetterà altri tre, sollecitato il 30 gennaio da una conoscente di Jhoanna che voleva offrirle un lavoro, prima di presentarsi in caserma per la denuncia di scomparsa: in quel verbale, la donna torna a essere la sua compagna; una compagna inquieta, con ricorrenti pensieri di morte, sparita senza un perché portandosi dietro due valigie, abiti invernali e cellulare. Le amiche di Jhoanna, sentite giovedì, tratteggiano tutt’altro identikit: parlano di una persona solare, con progetti per il futuro e nessuna intenzione di farla finita. Una di loro spiega in particolare di averle inviato l’ultimo sms alle 0.36 del 25 gennaio; dopo più di un’ora, all’1.44 la doppia spunta blu ha dato conto della lettura del messaggio da parte della destinataria, anche se gli inquirenti ipotizzano che in quel momento lo smartphone fosse nelle mani dell’assassino.

Le indagini degli specialisti della Omicidi di via Moscova, coordinati dall’aggiunto Maria Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo e guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, si concentrano sulle immagini registrate dalle telecamere interne del complesso residenziale in zona Bicocca e fanno così crollare il fragile castello di bugie, arrivando venerdì al fermo per omicidio e occultamento di cadavere di Rivas. Ecco cosa emerge. Alle 17.09 del 24, il quarantottenne torna a casa al volante della sua Fiat Punto grigia. Un’ora e 35 minuti dopo, rientra anche la quarantenne, che apre la porta del monolocale al piano terra dopo sette minuti passati al telefono nel cortile interno. Sono le 18.51: è l’ultima immagine in vita di Jhoanna. All’1.52, Rivas esce dall’abitazione e si dirige verso la cantina, per poi ricomparire cinque minuti dopo con un borsone a tracolla.

Alle 2.41, esce nuovamente di casa e si dirige verso i box; tre minuti dopo, rieccolo al volante della Punto, parcheggiata in cima alla rampa. Un minuto dopo, tira fuori dall’abitazione lo stesso borsone, lo trascina a fatica per pochi metri e lo carica sui sedili posteriori: dentro c’è il corpo di Jhoanna, strangolata, nelle parole tutte da verificare del reo confesso, al culmine di un gioco erotico finito male. Alle 2.47, l’uomo riporta l’auto nel box, rientrando nel monolocale alle 3.32. Un’ora dopo, alle 4.39, il telefono di lei si spegne. Esattamente 14 ore dopo, alle 18.33, Rivas riprende la Punto e parte: si dirige verso est, attraversando Bresso, Gessate e Inzago; alle 20.01 e 59 secondi, la Fiat è sulla Statale 11 Padana Superiore, direzione Cassano d’Adda. Trentatrè minuti dopo, l’auto è sulla via del ritorno: il corpo di Jhoanna è sparito, forse in un fosso vicino a una rotonda.