Roma, 18 dicembre 2019 - Il mondo del porno continua a colonizzare il web. La spettacolarizzazione del sesso – ben lontana dalla realtà intima quotidiana – seduce sempre più pubblico (è boom di donne: le italiane attratte dall’hard sono il 30%) e sta compromettendo la sana educazione sessuale dei giovani. Le statistiche della piattaforma Pornhub certificano una deriva pericolosa, facendo emergere l’identikit di chi entra nei siti a luci rosse. Nel 2019 ci sono state oltre 42 miliardi di visite su Pornhub (leader del settore), ossia ogni giorno 115 milioni di accessi. Come se le popolazioni di Canada, Australia, Polonia e Olanda ogni 24 ore entrassero nel sito.
Le ricerche nella homepage sono state 39 miliardi (+8,7 miliardi). La parola più cercata è stata "amateur" (amatoriale): i non professionisti del porno hanno fatto incetta di click. Alla base del trionfo digitale c’è un dato choc: nel 2019 sono stati caricati 7 milioni di nuovi video hard (3 ore di filmati ogni minuto). Se un utente volesse vederli tutti, dovrebbe stare attaccato allo schermo fino al 2188, ovvero per altri 169 anni.
Un aspetto meno impressionante, ma rivelatore di quanto la gente passi tempo sui siti porno è che Pornhub viene utilizzato anche come social media, alla stregua di Facebook e Instagram. Oltre 70 milioni i messaggi scambiati tra utenti, oltre 11,5 milioni i commenti pubblicati sui video e ogni minuto si sono attivate 343 richieste di amicizia. Anche le console di gioco vengono sfruttate per connettersi a Pornhub: il 51% dei videogamers usa la Playstation e il 35% l’Xbox.
L’Italia è settima al mondo per traffico dati giornaliero, scalando una posizione rispetto al 2018. In testa gli Stati Uniti, seguiti dal Giappone (4° lo scorso anno) che ha scalzato l’Inghilterra, scesa sul gradino più basso del podio. La ricerca più digitata dagli italiani è stata "milf" (ovvero donne mature che fanno sesso con ragazzi più giovani), confermando l’intramontabile tendenza a essere in qualche modo ‘mammoni’ nel Belpaese. Al secondo posto il termine più cliccato è stato "italians" seguito da "amateur italians": gli utenti tricolori del porno cercano altri connazionali, possibilmente della porta accanto, per far scattare l’ispirazione autoerotica.
Tra le prime 20 città del mondo per video visti, scaricati e scambio di messaggi ci sono Roma (undicesima) e Milano (14esima). La top 5 è composta da New York, Londra, Parigi, Los Angeles e Chicago, con l’America a farla da padrone. Nella nostra capitale, così come nel capoluogo lombardo, le persone restano connesse in media su Pornhub per 10 minuti e 7 secondi, con il 30% di donne in azione, una percentuale piuttosto alta rispetto agli ultimi anni. La media mondiale di internaute rosa è del 31 per cento (+3%), che naviga sul sito a luci rosse per 23 secondi di più rispetto agli accessi dei maschi.
L’utente tipico nel mondo ha 36 anni (però il 61% del traffico è generato da 18-35enni e gli over65 sono l’11%), predilige la domenica per navigare su siti proibiti, soprattutto nella fascia oraria che va dalle dieci di sera a mezzanotte. In Italia si sale a 39 anni di media (15% tra 18 e 24 anni, 30% tra 25 e 34, 22% tra 35 e 44, 16% tra 45 e 54). Il Festival di Sanremo, nella serata del 5 febbraio, ha fatto registrare un calo del 5% nel traffico sui siti porno, così come numerosi eventi mondiali (quelli sportivi hanno fatto crollare le visite anche del 40%) hanno distratto gli amanti del porno per qualche ora. Come dire, ogni tanto c’è altro oltre il porno.