di Elena G. Polidori
Sull’Italia si sta per infrangere una delle ondate più imponenti di profughi degli ultimi anni: forse oltre le 900mila persone stimate ieri dall’Associazione Italia-Ucraina, molto attiva in queste ore nel gestire l’emergenza e di cui il nostro Paese ha intenzione di farsi totalmente carico: "L’Italia – ha infatti sottolineato il premier Mario Draghi – non si girerà dall’altra parte". Sempre in queste ore si stanno organizzando corridoi umanitari speciali per i minori profughi, reti e sistemi di accoglienza, con le Regioni e le prefetture mobilitate per far fronte all’emergenza. Gli ucraini in Italia sono circa 250mila. Molti di loro hanno parenti che cercheranno di raggiungerli, e ogni famiglia ucraina ha in media 2-3 figli. Chi vive qui è poi in gran parte perfettamente integrato e ha un lavoro. Nel complesso però, man mano che i tempi della guerra si allungano, la situazione si fa "sempre più grave – ha spiegato ancora Draghi –. L’Unhcr stima che gli sfollati interni potrebbero raggiungere i 6-7,5 milioni e i rifugiati fra i 3-4 milioni. Sono anche stimate in circa 400 mila le persone che hanno lasciato l’Ucraina, in direzione principalmente dei Paesi vicini". E sempre nei prossimi mesi, secondo le Nazioni Unite, saranno "18 milioni le persone che potrebbero necessitare di aiuti umanitari".
A preoccupare sono in particolare i bambini rimasti soli e domani a Bruxelles si riuniranno i ministri dell’Interno per dare il via libera alla direttiva sulla protezione temporanea dei migranti. Si tratterebbe in sostanza di un visto di un anno, rinnovabile, che "eviterebbe – è ancora Draghi a parlare – di dover attivare onerose procedure di asilo dopo i 90 giorni di soggiorno senza visto". La direttiva, inoltre, non contempla quote obbligatorie per i vari Paesi: saranno i profughi a scegliere dove andare. Sul territorio italiano la macchina è in movimento: il governo ha detto sì all’incremento di 13mila posti nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e altri 3mila nel Sai, il Sistema di accoglienza e immigrazione che si basa su una distribuzione diffusa in famiglie che di recente ha accolto migliaia di afghani. Nelle prefetture sono state già convocate riunioni operative, e la rete della Chiesa ha attivato iniziative di solidarietà. Anche le Regioni sono in campo. Intanto, si registrano i primi arrivi. "A oggi sono oltre 600 le famiglie piemontesi disponibili ad accogliere profughi", dichiara il governatore Cirio. In Trentino sono 30 i cittadini ucraini che si sono registrati in Provincia, domani ne arriveranno altro 50. A Milano, dove sono 8mila gli ucraini residenti, il Comune sta organizzando una "prima accoglienza d’emergenza". Nelle Marche la Regione pensa di mettere a disposizione i 40 posti del Covid hotel di Porto Sant’Elpidio. A Napoli saranno accolti all’Ospedale del mare che può ospitare fino a 168 persone.