Roma, 8 febbraio 2018 - L'Italia si conferma un Paese per vecchi, rivela l'Istat segnalando, nel suo bilancio demografico 2017, il nuovo minimo storico delle nascite. La popolazione residente al 1 gennaio 2018 scende a 60 milioni 494mila, segnando una diminuzione di centomila persone (-1,6 per mille) rispetto all'anno precedente. Le nascite hanno toccato il picco del -2% rispetto al 2016 con solo 464mila nuovi nati. I decessi sono stati invece 647mila, 31mila in più del 2016 (+5,1%). Il saldo naturale della popolazione nel 2017 è dunque negativo (-183mila) e registra un nuovo minimo storico.
IL NODO STRANIERI - Di contro aumenta la presenza di stranieri: nel 2017 il saldo migratorio con l'estero, positivo per 184mila unità, registra un incremento sul 2016, quando fu pari a +144mila unità. Aumentano le immigrazioni, pari a 337mila persone (+12%) mentre diminuiscono le emigrazioni, 153mila (-2,6% ).
L'Italia è uscita "dalla fase di diminuzione che aveva contraddistinto la dinamica migratoria" durante la crisi "segnando nel 2017 " il più elevato numero d'ingressi dell'ultimo quinquennio". Questo crea problemi per il lavoro? Non per la Bce, che sottolinea come nonostante l'aumento dei flussi di immigrazione verso Germania, Italia e Austria, "l'impatto sulla forza lavoro finora è rimasto limitato". Nei maggiori Paesi dell'Eurozona, continua la Bce, "gli immigrati hanno un'età media inferiore e un livello di istruzione medio lievemente inferiore rispetto ai cittadini dei Paesi ospiti". La quota di stranieri in età lavorativa (15-64 anni) è più ampia di quella dei cittadini dei paesi stessi. Questo suggerisce "che l'aumento del numero di lavoratori più anziani all'interno della popolazione in età lavorativa sarebbe stato ancor più pronunciato senza i recenti flussi migratori".
LA SPERANZA DI VITA - Tornando alla 'vecchia Italia', è stabile la speranza di vita degli italiani alla nascita: 80,6 anni per gli uomini (come nel 2016) e 84,9 anni per le donne (un po' in calo: nel 2016 erano 85 anni tondi). Da sottolineare che il gap maschi-femmine si riduce a soli 4,3 anni: è il più basso divario riscontrato dalla metà degli anni '50, quando le donne tendevano anno dopo anno ad ampliare le distanze dagli uomini.
REGIONE CHE VAI... - Sulla speranza di vita si notano leggere variazioni a livello territoriale. I valori massimi continuano ad aversi nel Nord-Est del Paese, dove gli uomini possono contare su 81,2 anni di vita media (+0,1 sul 2016) e le donne su 85,6 (invariata). Quelli minimi, invece, si ritrovano nel Mezzogiorno con 79,8 anni per gli uomini (-0,1 sul 2016) e 84,1 per le donne (-0,2).
L'ETA' MEDIA - Il rapporto Istat parla chiaro, si superano i 45 anni di media."Al 1 gennaio 2018, il 22,6% della popolazione ha età compiuta superiore o uguale ai 65 anni, il 64,1% ha eta' compresa tra 15 e 64 anni mentre solo il 13,4% ha meno di 15 anni. Rispetto a 10 anni fa le distanze tra le classi di età più rappresentative si sono ulteriormente allungate. Le persone che prevalentemente sono da ritenersi in età di pensionamento hanno cumulato 2,4 punti percentuali in più rispetto al 2008 mentre, al contrario, le persone prevalentemente in condizione attiva o formativa sono rispettivamente scese di 1,6 e 0,7 punti percentuali".
Ma cosa determina l'invecchiamento della popolazione? Secondo l'Istat "molteplici fattori che comprendono i livelli di mortalità, di fecondità, i servizi per la salute e gli stili di vita". In Italiai rapporti intergenerazionali si stanno anch'essi gradualmente modificando. L'indice di dipendenza degli anziani, ad esempio, risulta oggi pari al 56,1%, registrando un incremento di 4 punti percentuali sul 2008. La popolazione in età attiva, rimasta per decenni stabilmente ancorata ai due terzi della popolazione totale, ha avviato da alcuni anni sia un percorso di regolare declino numerico sia un processo di invecchiamento al suo interno. Infatti, mentre la popolazione in età 15-39 anni scende dal 31,5% al 27%, quella in età 40-64, ovvero quella che ancora comprende al suo interno le generazioni nate negli anni del baby-boom, cresce dal 34,2% al 37,1%.
SALVINI ATTACCA IL GOVERNO - I dati danno lo spunto a Matteo Salvini di attaccare il governo: "Record negativo di bambini nati in Italia nel 2017, solo 464.000, il minimo storico di sempre. Questo è il peggior fallimento del governo, che attua una sostituzione etnica sostituendo migliaia di immigrati ai figli che gli italiani non possono più mettere al mondo. Mio primo obiettivo di governo sarà tornare a riempire le culle, restituendo certezze e diritti ai nostri giovani".