Roma, 11 settembre 2020 - In aumento i nuovi casi segnalati in Italia per la sesta settimana consecutiva, con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 24/8-6/9) di 27.89 per 100.000 abitanti. È quanto si legge nel Monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, dal 31 agosto al 6 settembre, che specifica che la maggior parte dei casi continua a essere contratta sul territorio nazionale (risultano importati da stato estero il 15% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio) e si osserva una percentuale non trascurabile di casi importati da altre regioni e province (11,1% nella settimana corrente, in diminuzione rispetto alla settimana precedente). "Anche in questa settimana si rileva una trasmissione diffusa del virus su tutto il territorio nazionale - continua il documento -, che provoca focolai anche di dimensioni rilevanti spesso associati ad attività ricreative" e "questo sta comportando anche una trasmissione dalla popolazione più giovane a quella più fragile o anziana, soprattutto all'interno della famiglia, che si riflette anche in un maggiore impegno dei servizi ospedalieri". Complessivamente sono 2280 i focolai attivi di cui 691 nuovi.
Coronavirus, il bollettino dell'11 settembre
Dopo un forte abbassamento dell'età media di chi contrae il Covid-19, nelle ultime due settimane l'età media dei casi diagnosticati sta di nuovo aumentando ed è di circa 35 anni. In particolare, le persone con una età maggiore di 50 anni sono, nel periodo 24 agosto 6 settembre, circa il 28% dei casi; queste erano poco più del 20% nelle due settimane precedenti. "In un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità, ci sono ora segnali di una maggiore trasmissione sul territorio nazionale in ambito domiciliare/familiare con circolazione anche in persone con età più avanzata", si legge nel rapporto.
Rispetto alle due settimane di monitoraggio precedenti, in quasi tutte le Regioni si osserva un aumento anche del tasso di occupazione dei posti letto dedicati, sia in area medica che in terapia intensiva. A livello nazionale il tasso di occupazione in area medica è aumentato dall'1 al 2%, mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva dal 2% al 3%, con valori superiori al 5% per alcune regioni. "Sebbene - si legge nel report -, non siano ancora stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno. Si conferma, inoltre, l'importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati".
Leggero ma costante anche l'incremento dell'indice di trasmissione nazionale (Rt), che ha superato la soglia di 1 intorno al 16 agosto 2020, probabilmente per effetto delle riaperture del 4 e 18 maggio e del 3 giugno. Nel periodo 20 agosto- 2 settembre 2020 l'Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1.14 (95%CI:0.71 - 1.53). "Bisogna tuttavia interpretare con cautela l'indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell'epidemia, l'Rt nazionale deve essere interpretato tenendo in considerazione il dato di incidenza", aggiunge il documento. In particolare sono 5 le regioni più la provincia autonoma di Trento che superano la soglia di 1 per l'indice di trasmissibilità: Trento registra il valore più alto con 1.58, seguono la Sardegna con 1,41, la Puglia 1,21, la Liguria con 1.13 e Friuli e Abruzzo entrambe con 1.02. Il valore più basso è registrato in Molise (0.27), segue il Lazio con 0,52.