Roma, 7 aprile 2015 - Prosegue l'orrore 'firmato' Isis tra la Siria e l'Iraq: dopo le decapitazioni nel campo profughi di Yarmouk, la scoperta di fosse comuni a Tikrit con moltissimi cadaveri probabilmente di soldati iracheni. L'Onu chiede l'accesso umanitario nel campo profughi palestinese vicino Damasco, mentre l'Unicef parla di una "nuova Srebrenica". Intanto sono stati rapiti e poi liberati dai jihadisti di al-Nusra 300 civili curdi vicino a Idlib. E oggi a Mosca secondo round dei colloqui sulla Siria. Mentre, sempre dall'Iraq, arriva la notizia di nuove decapitazioni.
SI SCAVA A TIKRIT - Si è cominciato a scavare a Tikrit, dove in almeno dodici siti si trovano fosse comuni in cui sarebbero sotterrati i corpi di 1.700 soldati uccisi l'anno scorso dallo Stato islamico. L'area è quella di Camp Speicher, una ex base americana, appena fuori dalla città sunnita. L'esumazione dei corpi avviene anche nel palazzo che fu di Saddam Hussein, giorni dopo che i miliziani dell'Isis sono stati spinti alla fuga dall'arrivo delle truppe irachene appoggiate dalle milizie sciite. "Finora abbiamo trivato 20 corpi - ha raccontato Khalid al-Atbi, un ufficiale sanitario - ed è stata una scena da spezzare il cuore. Non possiamo impedire a noi stessi di cedere alle lacrime. Quale razza di selvaggio barbaro è in grado di uccidere 1.700 persone a sangue freddo?".
CRESCE L'ALLARME A YARMOUK - Cresce l'allarme internazionale per il campo profughi palestinese di Yarmouk, occupato quasi interamente dall'Isis. Il gruppo jihadista ha diffuso il primo video dei suoi miliziani mentre si aggirano all'interno della struttura, immagine probabilmente girate al momento della conquista del campo. Il campo dista cinque chilometri dal centro della capitale siriana e stamane l'aviazione del regime ha continuato per tutta la mattinata il bombardamento di varie zone. Nel campo non è consentito l'ingresso di aiuti umanitari, come chiesto dall'Onu e "ci sono 3.500 bambini intrappolati". E' l'allarme lanciato dall'Unicef, che teme una "nuova Srebrenica" (dal nome della zona sotto tutela Onu dove nel luglio del 1995 i serbo-bonsiaci massacrarono oltre 8.000 musulmani bosniaci).
Nel campo "oltre mille palestinesi sono stati uccisi" dai jihadisti dell'Isis, ha affermato un deputato palestinese israeliano citato da Haaretz. "L'Isis è un movimento fascista e ora sta pubblicando foto di teste mozzate, fra le quali quella dell'imam della moschea, sostenitore di Hamas, accusato di essere un apostata", ha detto il deputato Ahmed Tibi. "Ciò che succede nel campo di Yarmouk è un crimine contro l'umanità" e i Paese arabi, come la comunità internazionale, dovrebbero "vergognarsene".
NUOVE DECAPITAZIONI - Lo Stato islamico in Iraq ha decapitato quattro uomini accusati di furto e omicidio nella provincia di Ninive, nel nord del paese. Lo si apprende da un video di propaganda online visto dall'agenzia di stampa France Presse. Il video, non datato, vuole mostrare il gruppo jihadista come ancora in grado di esercitare funzioni statuali nel nord del paese, nonostante l'offensiva delle forze regolari irachene e delle forze curde. Un militante mascherato, di fronte a un'ampia folla, legge agli altoparlanti le accuse per le quali i quattro sono stati condannati. Poi viene mostrato un boia mascherato che decapita i quattro uomini con una spada e, infine, i corpi appesi a croci ditro a un piccolo pick-up.
GENTILONI: "NON SOLO ARMI CONTRO IL TERRORISMO" - E sull'escalation di terrorismo interviene anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che dichiara di "non escludere l'opzione militare contro la persecuzione dei cristiani e a sostegno delle minoranze religiose". Anche se, precisa, "non è all'ordine del giorno". Queste le parole del ministro a Radio Anch'io che arrivano il giorno dopo l'appello del Papa. "La comunità internazionale non resti muta e inerte di fronte al massacro dei nuovi martiri", aveva detto ieri il Pontefice.
L'azione militare, secondo il ministro, deve essere contemplata ma "non stiamo parlando di nuove guerre o invasioni come quelle avvenuto in passato, ad esempio, in Iraq". "In passato ci sono stati interventi che hanno avuto esiti tutt'altro che risolutivi - ha aggiunto - ma che anzi hanno aggravato la situazione". Gentiloni ha sottolineato l'importanza della "dimensione economica e degli aiuti umanitari: fare di più non significa mettere mano alle pistole, ma fare di più nel campo anche della cooperazione". Il ministro ha poi fatto riferimento al conflitto tra sunniti e sciiti: "Dobbiamo provare a moderarlo, non alimentarlo".